Pubblicato il 23 ottobre 2024
Ampliamento delle misure contro la discriminazione e la violenza sessualizzata
Il Comando dell’esercito non tollera la discriminazione e la violenza sessualizzata. Pertanto, intende ampliare ulteriormente le misure esistenti nel settore della prevenzione e della protezione. La necessità d’intervento è stata confermata dai risultati di uno studio. Nel quadro della Strategia Parità 2030 del Consiglio federale, nel primo trimestre del 2023 l’esercito ha condotto un’indagine intitolata «Discriminazione e violenza sessualizzata nell’Esercito svizzero in base al sesso e/o all’orientamento sessuale». Sono state invitate a partecipare tutte le donne dell’esercito (2085) e lo stesso numero di uomini. La selezione è stata effettuata su base rappresentativa relativamente alla lingua ufficiale e al grado. Hanno partecipato all’indagine 1126 militari.

Lo studio
I risultati dello studio sono raccolti in un documento esaustivo. La raccolta dei dati si è svolta da gennaio a marzo 2023.
Sintesi
La sintesi dello studio illustra i principali risultati in forma grafica e scritta.
Cifre, dati, fatti
Le informazioni più importanti in breve.
- Il questionario ha avuto luogo tra gennaio e marzo 2023.
- Sono stati invitati a partecipare tutti i 2'085 (1,4%) militari donne allora incorporati nell’esercito
- e 1'869 militari uomini, rappresentati secondo la lingua ufficiale e la categoria di grado.
- Totale = 3'954 militari.
- Si tratta di un questionario online in tre lingue ufficiali (tedesco, francese e italiano).
- Allo studio anonimo hanno partecipato 1'126 persone, di cui
- 764 (67.9%) erano donne
- e 362 erano (32.1%) uomini.
- Ciò corrisponde a una quota di partecipazione del 28.5%.
- I rapporti disuguali tra i sessi vengono bilanciati con valutazioni specifiche ai gruppi e ai sessi. Vengono anche indicati separatamente nelle figure.
- 762 (67.7%) persone sono germanofone, 292 (25.2%) sono francofone e 72 (6.4%) sono italofone.
- Dai dati personali forniti su base volontaria emerge che il 15,1% dei militari coinvolti nel questionario è queer e il 4,1% è trans non binario.
- I partecipanti provengono da tutte le Armi dell’esercito.
- 733 partecipanti hanno risposto alle domande aperte con complessivamente 2'127 commenti. I commenti sono stati valutati a livello tematico sulla base dell’analisi del contenuto e sono stati inoltre conteggiati a livello quantitativo secondo le categorie.
- Allo studio anonimo hanno partecipato 1'126 persone, di cui
- Un po’ meno della metà delle persone interpellate (49.6%) è vittima di discriminazione,
- il 40.1% di violenza sessualizzata.
- Dopo avere risposto alle domande in merito alle situazioni vissute, che vengono classificate nella violenza sessualizzata, l’86.2% di tutti i militari interpellati ha dichiarato di avere vissuto da raramente a molto spesso una tale situazione durante il servizio militare.
- I risultati riguardanti le donne (sesso amministrativo) sono rappresentativi.
- I risultati riguardanti gli uomini (sesso amministrativo) non sono rappresentativi a causa della ripartizione delle caratteristiche dei gruppi di grado (militari della truppa, sottufficiali e ufficiali) e della lingua (tedesco, francese e italiano) nonché dell’esiguità della dimensione del campione. I risultati valgono per gli uomini oggetto dello studio. Inoltre vengono trattati come indizi per le tendenze relative ai militari uomini.
- I risultati riguardanti i militari queer non sono rappresentativi e non possono esserlo. Visto che l’orientamento sessuale e l’identità di genere dei militari non vengono rilevati per i sistemi di gestione del personale dell’esercito, il numero complessivo di militari queer non è noto. Tale informazione sarebbe una delle condizioni per un campionamento rappresentativo. I risultati vengono trattati come indizi, tuttavia non possono essere generalizzati.
- Nello studio successivo 2027 sarà opportuno tenere in considerazione la quota di partecipazione inferiore degli uomini (sesso amministrativo).
Piano di misure
I risultati dello studio sono serviti da base per individuare campi d’azione ed elaborare misure.
Tutti i termini tecnici utilizzati nello studio e nella comunicazione sono spiegati in questo glossario.
Immagini
Per illustrare gli argomenti, è possibile scaricare gratuitamente il materiale fotografico dell’esercito. Copyright: VBS/DDPS, Sara Affolter
Filmato
Il filmato presenta i risultati rilevanti dello studio e numerose dichiarazioni dei partecipanti.
Conferenza stampa, 31 ottobre 2024
Il rapporto di studio è stato presentato il 31 ottobre 2024, alle ore 14.00, presso il Centro media di Palazzo federale. Sono intervenuti:
- cdt C Thomas Süssli, capo dell’esercito
- cdt C Hans-Peter Walser, capo Comando Istruzione
- Mahide Aslan, capo Servizio specializzato Donne nell’esercito e diversità;
- Gian Beeli, co-direttore dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo
Trasmissione
Informazione per i media
Frequently Asked Questions (FAQ)
Qui troverete le risposte alle principali domande sullo studio e sui risultati.
L’esercito voleva farsi un’immagine completa su come e dove hanno luogo la discriminazione e la violenza sessualizzata presso le truppe. Per poter adottare delle misure mirate occorrono cifre e fatti concreti.
Lo studio è parte integrante del piano d’azione della Strategia Parità 2030. La Strategia Parità comprende quattro campi d’azione: vita professionale e pubblica, conciliabilità e famiglia, violenza sessualizzata e discriminazione. La Strategia Parità della Confederazione adottata dal Consiglio federale in corpore definisce pertanto la tematica di studio.
Lo studio è una delle tante misure che l’esercito sta implementando dal 2021 e che in parte si fondano l’una sull’altra: il Servizio specializzato DnED è stato creato nel 2022, da allora è attivo un servizio di segnalazione e consulenza, nel 2023 il Comando dell’esercito ha adottato la strategia sulla diversità con un piano di misure per l’esercito e l’Aggruppamento Difesa.
Già prima dell’odierno studio erano giunte sollecitazioni in tal senso e si era provveduto a introdurre e attuare misure contro la discriminazione, ad esempio la revisione del Regolamento di servizio dell’esercito del 2017 e l’estensione del divieto di discriminazione nei confronti dell’orientamento sessuale dei militari. Da parte della consigliera federale Amherd e dell’attuale capo dell’esercito, comandante di corpo Thomas Süssli, la tematica ha tuttavia assunto una valenza e un’attenzione ancora maggiori.
Le misure adottate sinora concernevano perlopiù il livello strategico: strategia sulla diversità, principio di tolleranza zero del Comando dell’esercito, Visione 2030 «Le persone sono al centro dell’attenzione». Il piano di misure I relativo alla strategia sulla diversità riguardava la gestione della diversità in senso lato e solo poche singole misure erano incentrate specificamente sul tema della discriminazione e della violenza sessualizzata. Queste misure sono importanti e si stanno rivelando efficaci. Ora però si tratta di affrontare la discriminazione e la violenza sessualizzata in maniera assolutamente concreta con ulteriori provvedimenti.
Le iniziative varate dal Comando dell’esercito sono state definite tenendo conto delle misure richieste o adottate in altri eserciti, organizzazioni o servizi specializzati.
Non sono avulse dal contesto, motivo per cui l’esercito invita organizzazioni, servizi specializzati e gruppi di interesse a collaborare, a promuovere lo scambio e il dialogo e a intraprendere questo percorso insieme.
Al sondaggio hanno partecipato in forma anonima 1126 militari. L’analisi dei dati si basa sulle loro indicazioni e dichiarazioni. Dal punto di vista scientifico i valori raccolti sono di per sé coerenti, non sono emersi esiti contraddittori. Le risposte alle domande aperte avvalorano i risultati. I risultati relativi alle donne sono rappresentativi, mentre le cifre riguardanti gli uomini sono considerate indicative.
La distribuzione dei partecipanti a livello di grado, appartenenza linguistica ed età non corrisponde alla distribuzione nell’effettivo globale. A prescindere da ciò, i risultati dello studio sono in linea con quanto osservato in altri eserciti o nella società civile. Sul piano dei contenuti, inoltre, molte dichiarazioni coincidono con segnalazioni e richieste pervenute al servizio di segnalazione e consulenza Donne nell’Esercito e Diversità.
L’oggetto della ricerca era già stato ampliato all’inizio:
- Non si è approfondito soltanto il tema della discriminazione e della violenza sessualizzata nei confronti delle donne nell’esercito. In termini amministrativi e di genere gli uomini rappresentano la quota più numerosa dell’effettivo. Sono stati invitati a partecipare in numero pressoché identico a quello delle donne.
- Il postulato 21.4220 «Elaborazione e riconoscimento dell’ingiustizia subita nell’esercito dagli omosessuali» è stato adottato dal Consiglio federale nel marzo 2022, il che ha indotto l’esercito a integrare nell’oggetto della ricerca anche l’orientamento sessuale.
- Con la modifica dell’art. 30b del CC del 1° gennaio 2022 è stata semplificata, soprattutto per le persone transessuali, la modifica del sesso e del prenome nel registro dello stato civile. Da allora il numero di militari transessuali è in costante aumento, per cui nello studio si è considerata anche la transidentità.
Il contenuto dello studio è stato dunque accorpato. Nell’ambito del sondaggio i partecipanti hanno avuto la possibilità di esprimersi in merito ad altri motivi di discriminazione.
Sino ad oggi, sull’esercito di milizia non esistevano ancora dati certi in materia di discriminazione e violenza sessualizzata, dal momento che, a differenza del personale dell’Aggruppamento Difesa (inclusi i militari di professione), i militari dell’esercito di milizia non sono assunti con un contratto di lavoro. Ecco perché i militari (con obbligo di marcia) non sono stati coinvolti nel sondaggio sul personale dedicato ai collaboratori con contratto di lavoro. Il presente studio rappresenta la prima base scientifica sulla discriminazione e sulla violenza sessualizzata nell’esercito di milizia, per cui ha colmato una lacuna.
I costi esterni dello studio ammontano a 87 442 franchi svizzeri. 67 642 franchi sono relativi alla raccolta anonima dei dati, 4900 franchi al controllo qualità delle analisi statistiche e 14 900 franchi alla pubblicazione del rapporto di studio e della sintesi rispettivamente in quattro e cinque lingue.
Uno studio in questa forma, con la definizione di misure concrete, richiede tempo per essere scientificamente corretto e comprensibile sul piano linguistico e dei contenuti. La sintesi e il rapporto di studio sono disponibili rispettivamente in cinque e quattro lingue – il che ha richiesto un’attività di traduzione. Sulla base dello studio, inoltre, sono state definite delle misure che hanno dovuto essere autorizzate dal Comando dell’esercito.
Al sondaggio sono state invitate a partecipare tutte le donne incorporate nell’esercito e un numero pressoché identico di uomini. Le domande sulla discriminazione e sulla violenza sessualizzata non erano limitate a un periodo specifico (ad esempio agli ultimi 12, 24, 48 mesi). I numeri si riferiscono a esperienze ed episodi vissuti durante l’intero servizio militare, il che per i singoli partecipanti significa un periodo di 1-30 anni. L’età media è di 27,3 anni.
A prescindere da ciò, la discriminazione e la violenza sessualizzata sono considerate nella norma e non percepite come tali, almeno in parti dell’esercito, soprattutto se si tratta di violenza sessualizzata verbale e non verbale. Prima di poterle contrastare con la tolleranza zero, tuttavia, la violenza sessualizzata e la discriminazione devono innanzitutto essere riconosciute e identificate come tali. Soltanto allora diminuirà il numero di episodi.
L’esercito intende proteggere tutti i suoi militari dalla discriminazione e dalla violenza sessualizzata. Considera il suo dovere di assistenza a 360 gradi, fermo restando che tutti hanno l’obbligo di osservare e agire. Lo studio ha messo in luce l’entità della discriminazione e della violenza sessualizzata. L’esercito pubblica consapevolmente il rapporto di ricerca completo e il relativo catalogo di misure, nell’intento di creare trasparenza e combattere i tabù. Nel 2026 verrà effettuata e pubblicata una valutazione intermedia di tutte le nuove misure, e nel 2027 seguirà un ulteriore sondaggio che verrà a sua volta pubblicato e reso accessibile a tutti.
Il Comando dell’esercito si sta impegnando nel percorso per diventare un’organizzazione inclusiva, «un esercito per tutti». In tale organizzazione non c’è spazio per la discriminazione e la violenza sessualizzata. I primi passi in tal senso sono già stati compiuti, ad esempio con la creazione nel 2022 del «Servizio specializzato Donne nell’Esercito e Diversità» e dell’«Organo di mediazione per i militari», con la definizione di una strategia sulla diversità e l’adozione di un primo pacchetto di misure correlate. L’obiettivo è diventare un esercito per tutti. In tal modo l’esercito vuole anche dare il proprio contributo alla lotta contro la discriminazione e la violenza sessualizzata nell’intera società.
Le basi giuridiche sono definite. Le relative disposizioni e il principio di tolleranza zero vengono messi in atto da molti quadri. Ma non ancora tutti lo stanno facendo.
È volontà dell’esercito far sì che le norme di legge vengano applicate ovunque, in ogni aspetto della quotidianità militare. Oltre alle misure già in atto (LINK) contro la discriminazione e la violenza sessualizzata il Comando dell’esercito ne ha definite di nuove e specifiche (LINK), che ora verranno via via implementate. I punti cardine di queste misure sono: informazione/sensibilizzazione, conferimento di capacità attraverso l’istruzione e il perfezionamento e una migliore tutela/assistenza delle vittime/persone coinvolte.
La maggior parte delle risorse a livello finanziario e di personale necessarie per le misure è coperta dalle funzioni esistenti. Alcune iniziative isolate, ad esempio una campagna d’informazione o corsi di perfezionamento tecnici e corsi di abilitazione specifici, genereranno dei costi, il cui limite è definito dal budget globale corrente.
Nell’esercito vige il principio di tolleranza zero. I risultati dello studio hanno fornito al Comando dell’esercito una visione più chiara in merito a dove ha inizio la violenza sessualizzata e quindi il principio di tolleranza zero. In particolare trova applicazione l’ordinamento disciplinare del Codice penale militare, che prevede pene disciplinari quali riprensione, divieto d’uscita, multa disciplinare e arresto.
Uno degli elementi cruciali emersi dallo studio è che la violenza sessualizzata verbale è spesso il punto di partenza di altre forme, magari ancora più gravi, di violenza sessualizzata. La violenza sessualizzata verbale è la più frequente in assoluto, ma spesso non viene riconosciuta come tale.
L’esercito intende pertanto contrastarla con decisione mediante misure mirate e tolleranza zero.
L’esercito pubblica il rapporto di studio e il piano di misure, condividendone con l’opinione pubblica i risultati e le informazioni e dando visibilità delle misure passate e di nuova adozione.
Nel 2026 verrà svolta una valutazione intermedia delle misure intraprese, e il relativo rapporto verrà nuovamente reso accessibile al pubblico. Nel 2027, inoltre, seguirà un secondo sondaggio, nel cui rapporto si confronteranno i risultati di entrambi gli studi. L’obiettivo è informare in maniera trasparente l’opinione pubblica generale e i diretti interessati in seno all’esercito e alla società – sia oggi che in futuro.
L’obiettivo dell’esercito rimane quello di incrementare la quota femminile. Per farlo, occorrono garanzie: l’esercito ha il dovere di tutelare tutti i suoi militari, per il periodo che trascorrono nell’esercito, dalla discriminazione, dalla violenza sessualizzata e da altre forme di violenza illegittima. Questo vale anche per le donne. A tal fine l’esercito sta adottando una serie di misure speciali focalizzate sulla prevenzione.
Già nel 2021 l’esercito ha definito una serie di tematiche inerenti alla diversità come teoria di base per tutti i livelli di istruzione. Lo studio sposta l’attenzione dalla gestione della diversità in generale alla tutela dalla discriminazione e dalla violenza sessualizzata. L’esercito sta pertanto sviluppando moduli d’istruzione e perfezionamento specifici, con cui radicare in particolare i diritti e i doveri nel bagaglio di conoscenze attive e insegnare varie possibilità di condotta e intervento. L’istruzione è in fase di ampliamento.
I risultati dello studio rafforzano l’impegno personale del Comando dell’esercito a compiere la transizione verso una cultura aperta dell’inclusione, diventando un esercito per tutti. Un esercito in cui i militari si trattino vicendevolmente con rispetto ed equità. Saranno i numeri a confermare il fatto che nell’esercito più persone si sentiranno apprezzate nella loro autenticità, che magari meno persone sceglieranno il servizio civile e più donne opteranno per il servizio militare volontario.
A breve termine, tuttavia, i risultati dello studio potrebbero indurre alcune donne a rinunciare al servizio militare volontario e più uomini a scegliere il servizio civile. Nel medio e lungo periodo una cultura organizzativa migliore e più inclusiva rafforzerà la fiducia e l’affidabilità dal punto di vista umano, promuovendo la sicurezza psicologica di tutti.
La discriminazione e la violenza sessualizzata vengono perseguite a livello disciplinare e/o ai sensi del codice penale militare. Nell’ambito delle sanzioni disciplinari, sinora i casi di discriminazione e violenza sessualizzata non venivano registrati separatamente come sanzioni a carico della truppa, bensì rientravano nella registrazione generale di tutti i casi disciplinari.
I procedimenti penali militari sono svolti dalla Giustizia militare, che è indipendente dall’esercito. È la Giustizia militare / l’Ufficio dell’uditore in capo a disporre di queste cifre.
Al contrario: la discriminazione e la violenza sessualizzata indeboliscono i militari e l’efficienza del loro operato. Nel tutelare dalla violenza sessualizzata e dalla discriminazione l’obiettivo è anche mantenere l’efficienza dei militari. La protezione dalla discriminazione e da altri attacchi alla dignità umana è sancita nel Regolamento di servizio dell’esercito.
Un esercito non può esistere senza le persone. Il connubio persone-mezzi-munizioni-istruzione è pertanto inscindibile se si vuole che l’esercito sia efficace in fase di impiego. Il tema del finanziamento è una priorità in cima alla lista dell’agenda politica. Il capo dell’esercito, invece, è responsabile di tutto l’esercito, di tutti i temi basilari allo stesso tempo. Il fatto di occuparsi delle sfide che interessano la dimensione umana (truppa, salute della truppa, assistenza) va di pari passo con l’entità dei mezzi e dell’equipaggiamento disponibili.
I risultati sono rappresentativi per i militari donne, ma non per i militari uomini e i militari queer. Nel caso degli uomini, il campione è troppo esiguo rispetto al numero complessivo e non è rappresentativo relativamente ai gruppi di grado e alle comunità linguistiche. Nel caso dei militari queer, il numero complessivo non è noto e i dati ottenuti non possono, di conseguenza, avere un carattere rappresentativo. Per quanto concerne i militari uomini e i militari queer, l’esito del sondaggio è valido limitatamente alle persone interrogate e, al di fuori di tale stretto ambito, può avere soltanto un valore indicativo per la totalità. Questo fatto è illustrato in maniera trasparente nel rapporto dello studio e nel riassunto.
In effetti i due terzi degli intervistati sono (amministrativamente) donne e un terzo è costituito da militari (amministrativamente) uomini. Pertanto, nel sondaggio non sono stati considerati unicamente i valori medi per l’intero campione di persone intervistate, ma sono stati analizzati anche i risultati relativi a singoli gruppi di intervistati, definiti in base al genere e ad altri criteri. Ciò è menzionato nel rapporto dello studio. I dati ottenuti suddividendo il campione di intervistati in diversi gruppi, in base al genere e ad altri criteri, sono illustrati nel rapporto dello studio e nel riassunto.
Una certa «autoselezione» non può essere esclusa. Nel quadro delle indagini demoscopiche, si intende per «autoselezione» il fatto che possano decidere di partecipare a uno studio persone particolarmente interessate a un determinato tema, in negativo o in positivo. I risultati possono essere distorti anche dal cosiddetto «pregiudizio di non risposta», cioè dalla mancata partecipazione a un sondaggio di persone o gruppi di persone non interessate alla tematica, non disponibili o prive del tempo necessario.
Allo studio attuale ha partecipato una quota di militari uomini nettamente inferiore a quella di militari donne. L’esercito si è dato l’obiettivo di far sì che il prossimo sondaggio, previsto nel 2027, possa fornire dati rappresentativi sui militari uomini. Nel frattempo l’esercito analizzerà le possibili misure, quali ad esempio il ricorso a un maggiore campione lordo di uomini.
L’esercito non rileva dati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere dei militari: si tratta di dati personali degni di particolare protezione. Di conseguenza il numero complessivo di militari queer non è noto e non è possibile definire un campione rappresentativo per un sondaggio.
Per ulteriori informazioni:
Per i rappresentanti dei media: media@vtg.admin.ch
Per domande di carattere generale: contact.fiad@vtg.admin.ch
Basi legali e ulteriori informazioni
- RS 510.107.0 - Regolamento di servizio dell'eser... | Fedlex
- Costituzione federale e Legge sulla parità dei sessi (admin.ch)
- Strategia Parità 2030 (admin.ch)
- CFR : Che cosa vieta la norma penale antidiscriminazione? (admin.ch)
- Strategia diversità «sistema globale inclusivo Esercito svizzero / Aggruppamento Difesa» (admin.ch)
- Ricerca (admin.ch)
Servizi di consulenza
Studi fuori dall'esercito
Oltre all'Esercito svizzero, altre organizzazioni in Svizzera e all'estero stanno affrontando la questione e hanno avviato studi in merito.
Molestie sessuali sul posto di lavoro (Liechti/Iseli 2024[TAF1] )
Definizione: Dal punto di vista giuridico, il concetto di «molestie sessuali sul posto di lavoro» si riferisce alla discriminazione basata sul genere, espressamente vietata nella legge federale sulla parità dei sessi (LPar). Per molestie sessuali sul posto di lavoro si intendono tutti i comportamenti di natura sessuale o sessista che si verificano nel contesto lavorativo, sono indesiderati dalle persone coinvolte e sono percepiti come una violazione dell’integrità personale.
Lo studio ha preso in esame:
- episodi di comportamento potenzialmente molesto vissuti in prima persona (sulla base di dodici comportamenti specifici);
- impatto soggettivo (il comportamento è percepito come sessualmente molesto o fastidioso/sgradevole);
- osservazione di comportamenti potenzialmente molesti nei confronti di altre persone in azienda (prospettiva di terze persone).
Risultati del sondaggio tra il personale
comportamenti potenzialmente molesti (situazioni descritte con modi di comportarsi sessualizzati o sessisti)
Incidenza nel corso della propria vita lavorativa: 52% (donne 58.8%, uomini 45.9%)
Incidenza nel corso dell’ultimo anno: 30.3% (donne 34.5%; uomini 26.5%)
I tipi di comportamento più frequentemente vissuti sono osservazioni o battute generalmente svilenti o oscene e osservazioni svilenti o allusive dirette alla persona. Sono relativamente diffusi anche i racconti non richiesti a contenuto sessuale; gesti o atteggiamenti osceni; contatti fisici, fischi, sguardi, messaggi o e-mail indesiderati, svilenti o osceni.Incidenza soggettiva
Incidenza nel corso della propria vita lavorativa: 13.4% (percezione di molestia sessuale), 30% (inclusi episodi percepiti fastidiosi o sgradevoli). Donne: 43.8%; uomini 17.3%. Incidenza nel corso dell’ultimo anno: 4.6% (percezione di molestia sessuale); 12% (inclusi episodi percepiti fastidiosi o sgradevoli). Donne 17% e uomini 7.2%.
Osservazione di comportamenti potenzialmente molesti: il 21% ha osservato episodi potenzialmente molesti nei confronti di colleghi e colleghe sul posto di lavoro attuale.
Conoscenza dei diritti
Soltanto una persona su cinque (20 %) conosceva i dieci diritti e obblighi oggetto delle domande. Gli uomini, il personale più anziano, persone con responsabilità gestionali così come e il personale della Svizzera tedesca conoscono meglio le disposizioni di legge.
Risultati del sondaggio tra i datori e le datrici di lavoro
Misure aziendali: L’81 per cento delle aziende ha implementato misure contro le molestie sessuali sul posto di lavoro. Ciò significa che quasi un’azienda su cinque non attua misure di prevenzione e intervento corrispondenti.
Conoscenza degli obblighi legali: l’85 per cento dei datori e delle datrici di lavoro ha lacune nella conoscenza di almeno un elemento relativo ai diritti e agli obblighi in relazione alle molestie sessuali sul posto di lavoro oggetto del sondaggio.
Evoluzione nel tempo: in relazione agli studi precedenti del 2008 e del 2013 vi è un’incidenza maggiore degli episodi percepiti come molestie sessuali, allo stesso tempo i comportamenti di natura potenzialmente sessista e sessuale sul posto di lavoro sono diventati meno frequenti rispetto agli anni precedenti. Questo è dato possibilmente da un cambiamento nella percezione e nell’interpretazione dei comportamenti indesiderati di natura sessista e sessuale.
Molestia sessuale (Biberstein et al. 2022, in tedesco)
Definizione: Un comportamento non desiderato con riferimento sessuale o in riferimento al sesso o rispettivamente all’appartenenza di genere, che viene percepito come tale dalla persona molestata e che viola la dignità della persona.
Incidenza generale nel corso della vita: 15-20%, per le donne 20-60%.
Incidenza nell’attività professionale degli impiegati e delle impiegate: 5-40%.
In generale, le donne hanno una probabilità da 5 a 10 volte superiore rispetto agli uomini di subire molestie sessuali.
Incidenza nell’anno precedente nel contesto professionale: 1-15%.Violenza sessualizzata (Golder et al. 2019, in tedesco)
Definizione: Atti sessuali non desiderati.
Incidenza dal 16° anno d’età delle donne: 22% (sì), 6% (difficile da valutare).
Incidenza molestie sessuali, domandata in base alle situazioni: tra il 68% (fissare in modo inappropriato e intimidatorio, per il gruppo 16-39 anni) e il 13% (immagini/fotografie/regali sessualmente espliciti, per il gruppo 65+ anni).Discriminazione (UFS 2024)
Definizione: La discriminazione si riferisce ad atti o pratiche che, senza giustificazione alcuna, penalizzano, umiliano, minacciano o mettono in pericolo l’integrità di una persona sulla base di caratteristiche come, ad esempio, la fisionomia, l’etnicità, l’appartenenza religiosa o il sesso.
Incidenza nell’anno 2022: 27%.
Motivi di discriminazione più citati: nazionalità, lingua e sesso.
La maggior parte degli episodi di discriminazione si è verificata nel mondo del lavoro.Esperienze delle vittime dei crimini d’odio in Svizzera (Markwalder et al. 2023, in tedesco)
Definizione: Si tratta di interventi scritti carichi di odio o dispregiativi pubblicati online (commenti, messaggi in chat, ecc.) o di altre dichiarazioni (in video, messaggi vocali, ecc.) che attaccano determinati gruppi di persone o individui in base alla loro effettiva o percepita appartenenza a un gruppo. Va precisato che non è stata fatta alcuna distinzione se il discorso d'odio si riferisse agli intervistati stessi o se si osservasse come altre persone o gruppi di persone vivono il discorso d'odio.
Il rischio più elevato di subire un crimine d'odio è rappresentato dalle persone che ritengono di appartenere a una minoranza di genere a causa della caratteristica corrispondente: il 34.8 % di queste persone intervistate indica di aver subito almeno una forma di vittimizzazione basata su questa caratteristica negli ultimi cinque anni.
Prevalenza quinquennale di vittimizzazione di crimini d'odio per gruppo minoritario (in %; dati ponderati) nel periodo 2017-2022 Forze armate tedesche (Bundesministerium der Verteidigung 2022, in tedesco)
Discriminazione
Definizione: Disparità di trattamento percepita soggettivamente sulla base del sesso, dell’età, di una disabilità, della religione o ideologia, dello sfondo migratorio, dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. La disparità di trattamento comprende commenti offensivi, emarginazione e molestie sessuali, fino alla violenza.
Incidenza negli ultimi due anni: 21.1% delle donne, 4.1% degli uomini, in base all’orientamento sessuale: il 12.1% delle persone non eterosessuali e il 10.1% delle persone trans a causa dell'identità cisgender/transgender.Dipartimento della difesa degli Stati Uniti (Davis et al. 2023, in inglese)
Molestia sessuale
Definizione: Tentato avvicinamento a sfondo sessuale non desiderato, incitamento a favori sessuali e commenti o gesti offensivi a sfondo sessuale volontari o ripetuti.
Incidenza nell’anno precedente: 63% delle donne, 74% delle donne non eterosessuali, 20% degli uomini, 49% degli uomini non eterosessuali.Esercito americano (Abrams 2024, in inglese)
Le cifre delle aggressioni sessuali tra il 2018 e il 2021 sono aumentate del 25% (stima sulla base di sondaggi anonimi). Anche il numero delle segnalazioni depositate è aumentato. Questa crescita viene valutata positivamente poiché le persone sono più propense a cercare aiuto.
Segnalazioni inerenti aggressioni sessuali
Nell’anno precedente: 8.4% delle donne, 1.5% degli uomini, 12% dei militari lesbiche, gay e bisessuali; La violenza sessualizzata contro uomini è un problema serio e non viene percepito come violenza sessualizzata, ma «solo» come angheria.
Per rafforzare la prevenzione sono impiegati 2000 psicologi e psicologhe e altre persone specialiste. Il loro compito è di supportare le e i quadri per ridurre i fattori di rischio e attivare il cambiamento culturale desiderato.Forze armate canadesi (Cotter 2019, in inglese e francese)
Violenza sessualizzata o comportamenti discriminatori osservati (visti e sentiti) o vissuti
Osservazioni e incidenza nell’anno precedente: 70% (nel 2016 era l’80%).
Comportamento sessualizzato o discriminatorio
Definizione: Comportamento mirato sessualizzato o discriminatorio.
Osservazioni e incidenza nell’anno precedente: 15 %, 28 % delle donne e 13 % degli uomini.
Aggressioni sessualizzate
Definizione: Toccamenti sessuali indesiderati, o attività sessuali senza consenso nell’ambito di lavoro militare oppure con personale militare.
Osservazioni e incidenza nell’anno precedente: 1.6 %, 4.3 % delle donne e 1.1 % degli uomini.Forze armate francesi (Moreau et al. 2021, in inglese)
Molestia sessuale
Definizione: Qualsiasi commento sessualizzato ripetuto.
Incidenza nell’anno precedente: 14.6% degli uomini, 30.3% delle donne.
Coazione sessuale
Definizione: Qualsiasi contatto, rapporto sessuale tentato o forzato anche con un oggetto o un dito.
Incidenza nell’anno precedente: 12.6 % delle donne e 3.5 % degli uomini.
Trauma militare a causa della sessualizzazione
Definizione: Commenti sessuali ripetuti, attenzioni non richieste ripetute, coazione sessuale o aggressioni sessuali.
Incidenza nell’anno precedente: 36.7% delle donne, 17.5% degli uomini.
Valutazione intermedia di un insieme di misure per combattere la violenza sessualizzata e di genere (Ministero delle Forze armate 2024a; per le misure, consultare Ministero delle Forze armate 2024b)
Nel marzo 2024, il Ministro delle Forze Armate e degli affari dei Veterani ha firmato sette istruzioni, mandati, convenzioni e guide per la lotta contro la violenza sessualizzata e di genere (SGBV).
I primi risultati sono stati presentati venerdì 11 ottobre.
Le misure comprendono: mettere la vittima al centro del procedimento, sostenere la vittima, imporre sanzioni, garantire la trasparenza e la prevenzione, in particolare attraverso la formazione dei quadri e il controllo rigoroso del consumo di alcol e droghe nei locali militari (limitato a brevi periodi, accompagnato da misure preventive). È stato inoltre firmato un accordo quadro con l'associazione La Maison des Femmes-Restart, che fornisce sostegno alle persone interessate, formazione e sensibilizzazione.
I risultati intermedi da marzo includono- 209 casi segnalati negli ultimi sei mesi, rispetto ai 213 dell'intero 2023;
- 93%: tasso di protezione funzionale concesso alla vittima;
- 45 sospensioni dell'autore in 6 mesi, rispetto alle 4 dell'intero 2023: non è più la vittima a essere allontanata, ma l'autore del reato;
- 129 ricorsi al pubblico ministero in 6 mesi rispetto ai 49 del 2023;
- 42 vittime ricontattate, 7 indagini riprese; 16 sanzioni aumentate e 6 sanzioni imposte a comandanti negligenti nell'ambito della revisione di vecchi casi;
- La collaborazione con l'associazione La Maison des Femmes-Restart è stata attuata in conformità con l'accordo.
Esercito del Regno Unito (sondaggio del 2020, Ministry of Defense 2022, in inglese)
Sexuelle Molesita sessuale
Definizione: Da comportamenti sessualizzati esigui come battute e insulti fino a reati sessuali gravi.
Incidenza nell’anno precedente: 3%, 5% non erano sicuri o sicure, delle donne erano il 17%, degli uomini 2%.
Esperienze di comportamenti sessualizzati come battute, linguaggio sessualizzato, gesti, mostrare contenuti sessualizzati, passano a dipendenza della categoria di comportamento da 40-86% del 2018 a 31%-69% del 2021.
Militari donne sono maggiormente soggette a comportamenti sessualizzati (in totale tra 1.8 e 37% a dipendenza della categoria di comportamento) rispetto a militari uomini (0.9%-15%).Europa (sondaggio sulla parità e le donne nelle forze armate, EUROMIL aisbl, 2023, in inglese)
Paesi partecipanti al sondaggio: Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia.
Come più grandi sfide per l’inclusione delle donne sono indicati seguenti punti:- L’equipaggiamento e la divisa sono tagliati su misura per gli uomini ed è difficile ricevere l’uniforme con misure da donna;
- Discriminazione, mobbing molestie sessuali, aggressioni sessuali;
- Stereotipi legati al sesso e la concezione che il servizio militare sia un campo d’attività esclusivamente maschile;
- Le autorità militari e politiche non offrono nessun aiuto per l’accudimento dei figli cosicché la partecipazione di militari donne a impieghi all’estero è molto ridotta;
- Sottorappresentazione delle donne nelle posizioni di alto rango.
ONU (Analisi dei dati di 55 stati membri, UN 2024, in inglese)
Dall’analisi dei dati di 55 stati membri sulle pari opportunità nel settore della difesa risulta, fra l’altro, che sebbene la percentuale di donne sia in aumento, rimane particolarmente bassa, la percentuale di donne in posizioni di condotta e nelle truppe di combattimento e in alcuni paesi valgono differenti standard di reclutamento.
Come sfide maggiori sono indicati i seguenti punti:- Barriere che rendono difficile la partecipazione completa delle donne, tra gli altri anche attraverso gli stereotipi di genere, l’equipaggiamento non adatto e le norme sociali e culturali;
- Molte strategie di reclutamento non funzionano per coinvolgere le donne;
- Limiti nell’evoluzione della carriera;
- Difficoltà a trattenere le donne reclutate;
- Molestie sessuali e discriminazione che continuano a essere un problema diffuso.
Inoltre sono presentate le «good practices» (buone pratiche) di alcuni paesi:
- Capire meglio quali sono gli ostacoli per le donne (Ghana e Germania);
- Supporto per l’accudimento dei figli per i militari (Repubblica Dominicana e Uruguay);
- Allenamenti pre-reclutamento (Liberia e Brasile);
- Quote femminili e rispettivamente standard femminili (Sudafrica);
- Truppe con sole donne (Giordania e Norvegia);
- Campagne per ritrarre l’esercito come servizio inclusivo (Moldavia);
- Esclusione di militari che hanno commesso violazioni dei diritti umani, incluse la violenza domestica e la violenza sessualizzata.
Polizia cantonale Basilea-Città (Schefer 2024, in tedesco)
Descrizioni di sessismo e razzismo quotidiano, mancata sensibilità per le tematiche e sottorappresentazione delle donne soprattutto in unità operative e nella condotta.Settore edile (Unia 2024, in tedesco e francese)
Mobbing e molestie sessuali.
Definizione: Tra gli altri, commenti sulle donne, battute oscene e commenti sul loro aspetto.
Incidenza in tutta la quotidianità lavorativa: 53.5 % (sono state intervistate solo donne).Chiesa cattolica (Bignasca et al. 2023, in tedesco con rapporto scaricabile in italiano)
Abuso sessuale
Definizione: Tutti i reati che violano il diritto all’autodeterminazione sessuale delle persone.
Dal 1950 sono stati identificati 1002 casi di abuso sessuale nel contesto della Chiesa cattolica: 510 persone indagate, 921 persone toccate; il 39% era donna, il 56% uomo; il 74% era minorenne (neonati e bambini prepuberali fino a giovani adulti postpuberali); il 14% era adulto o adulta.Gastronomia (Baur 2023, in tedesco)
Descrizioni di sessismo nella quotidianità nel settore della ristorazione svizzero.FFS (Rauch e Aeschlimann 2024, articolo relativo al sondaggio interno dei collaboratori e delle collaboratrici, in tedesco)
Risultati della ricerca sulla discriminazione, mobbing e molestie sessuali (tutti i 35'000 collaboratrici e collaboratori sono stati intervistati): 12% riporta di discriminazione, 7% di mobbing e 4% di molestie sessuali, 12% delle donne ha indicato di essere stata molestata sessualmente.Pubblicità (Werbewoche 2023)
Stereotipi di genere nella pubblicità
Con il protocollo Gisler sono state analizzate 319 pubblicità di immagini in movimento pubblicate in Svizzera nel 2022. La base dei dati era costituita da tutte le pubblicità comunicate attraverso i media del settore nel 2022. In 245 pubblicità compaiono personaggi femminili e 81 volte questi personaggi parlano. In 266 pubblicità compaiono personaggi maschili, 103 volte questi personaggi parlano. Nelle 319 pubblicità ci sono 114 stereotipi maschili e 44 stereotipi femminili. Ciò dimostra che le persone lette come maschi sono stereotipate più spesso delle persone lette come femmine. In 150 pubblicità non sono state utilizzate rappresentazioni stereotipate. In 168 pubblicità è stato utilizzato almeno uno stereotipo, in 54 più di uno.Polizia tedesca (articolo sulla ricerca del ministero federale, in tedesco)
33% del personale di polizia intervistato hanno vissuto del razzismo in servizio da parte di colleghi e colleghe, per quanto riguarda le affermazioni sessiste il dato si situa al 40%. Il 10% dice che è successo in più di dieci casi. Il 3% riporta di comportamenti corrotti nell’anno precedente. Le persone intervistate non hanno fatto prevalentemente nulla a riguardo. Le denunce sono state sporte maggiormente in caso di aggressioni sessuali (10%).
Gli atteggiamenti problematici sono aumentati. L’11% nel 2021/22 riporta di Ostilità nei confronti dei musulmani, nel 2023/24 è il 17%. Si nota un aumento anche per lo sciovinismo e per l’autoritarismo. Il rifiuto di richieste d’asilo è aumentato dal 30% al 42%.Politica tedesca (Lukoschat e Köcher 2021, in tedesco)
Molestia sessuale
Definizione: Un comportamento a sfondo sessuale indesiderato, compresi anche gli atti sessuali non voluti e le richieste di tali atti, i toccamenti fisici a sfondo sessuale, i commenti a contenuto sessuale così come il mostrare e l’esposizione visibile di materiale pornografico, con lo scopo o l’effetto di violare la dignità della persona coinvolta, in particolare creando un ambiente intimidatorio, ostile, umiliante, denigrante o offensivo. (Secondo l’AGG § 3 paragrafo 4)
Nelle attività politiche: 40% delle politiche interessate, di cui 60% sotto i 45 anni.
In relazione alla politica si discute la sottorappresentazione delle donne, le molestie sessuali, la riduzione all’aspetto e gli ostacoli per la partecipazione politica delle madri. Una ricerca sul sessismo e sulle molestie sessuali nella politica svizzera non è stata finora pianificata. (humanrights.ch 2022, in tedesco e francese)Atenei europei (ricerca internazionale in 33 paesi europei, Lipinsky et al. 2022, in inglese)
Violenza basata sul genere
Definizione: Violenza fisica, violenza psicologica, violenza economica, violenza sessuale, molestie sessuali e violenza online.
Nella propria istituzione attuale: 62%, di cui 66% delle donne, 56% degli uomini e 74% delle persone non binarie.Cura di persone anziane a livello internazionale (Intervista a persone che hanno commesso maltrattamenti, Krüger et al. 2019, in tedesco con riassunto in italiano)
Nell’anno precedente: 64% degli operatori del settore delle cure hanno affermato di aver maltrattato o negletto delle e dei pazienti anziani nella loro struttura, dei quali 32.5% sottoforma di maltrattamenti psichici, 12.0% di negligenza, 9.3% di maltrattamenti fisici, 0.7% di aggressioni sessuali.