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UN Peace Support compie 75 anni

La prima Peace Support Mission delle Nazioni Unite è stata istituita in Medio Oriente 75 anni fa, a maggio: si chiamaUnited Nations Truce Supervision Organisation (UNTSO). Da allora, nonostante diverse guerre e conflitti, è sempre stata presente sul campo, in grado di adattarsi ai mutati contesti di sicurezza e di portare a termine i propri compiti. L’Esercito svizzero invia osservatori militari in Medio Oriente dal 1990.

01.05.2023 | Div. Patrick Gauchat, Capo Missione UNTSO, Medio Oriente

Il divisionario Patrick Gauchat è il capo missione dell’UNTSO ed elogia la sua squadra: «Sono molto colpito da tutto il personale, civile e militare, nazionale e internazionale, a Gerusalemme e sul campo, che dona anni della propria vita al servizio della pace».
Il divisionario Patrick Gauchat è il capo missione dell’UNTSO ed elogia la sua squadra: «Sono molto colpito da tutto il personale, civile e militare, nazionale e internazionale, a Gerusalemme e sul campo, che dona anni della propria vita al servizio della pace».

L’UNTSO è stata incaricata dal Consiglio di Sicurezza (SC) nelle risoluzioni 50, 54 e 73 del 1948 e 1949 di assistere il mediatore nel mantenimento del cessate il fuoco nel conflitto arabo-israeliano e di monitorare gli accordi di cessate il fuoco tra le parti fino al raggiungimento di una soluzione pacifica del conflitto. Per la prima volta nel 1948 l’ONU ha fatto ricorso agli articoli 42-43 della sua Carta, concernenti il ripristino e il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. In combinazione con altri articoli della Carta, queste risoluzioni miravano a proteggere il primo cessate il fuoco che la giovane organizzazione aveva concluso tra le parti in Medio Oriente. L’ONU non dispone né di forze armate né di polizia, ma può chiedere agli Stati membri di contribuire con personale e materiale militare al raggiungimento della pace e della stabilità.

Negli ultimi decenni, i cessate il fuoco in Medio Oriente sono stati modificati a causa di nuove guerre o trattati di pace. L’UNTSO è sempre stata in grado di adattarsi e l’ONU ha potuto sviluppare ulteriormente i suoi strumenti di promovimento della pace. La prima misura intrapresa dal Consiglio di sicurezza è stata quella di aggiungere una zona cuscinetto sul Golan, poiché le guerre del 1967 e del 1973 avevano dimostrato che gli osservatori militari disarmati potevano sì osservare e segnalare tutte le violazioni, ma non erano in grado di fermare il movimento di truppe da parte dei belligeranti. Per questo compito è stata creata la nuova missione UNDOF con caschi blu armati, mentre l’UNTSO ha continuato ad avere la responsabilità di osservare e riferire sulle linee di demarcazione e di condurre ispezioni formali. In seguito, l’SC, in collaborazione con la popolazione locale del Libano meridionale, ha sviluppato un ulteriore nuovo strumento con una zona cuscinetto più ampia: l’UNIFIL, anch’essa con caschi blu armati. L’UNTSO rimase responsabile come esperto per la linea di demarcazione, formalmente chiamata linea di ritirata o cosiddetta Linea Blu.

È interessante notare che l’UNTSO ha rappresentato un punto di ingresso per la Svizzera: i primi osservatori militari svizzeri a partecipare a una missione ONU sono stati inviati proprio all’UNTSO nel 1990, cioè molto prima che il nostro Paese entrasse formalmente a far parte delle Nazioni Unite nel 2002. Grazie al suo sistema consolidato, la partecipazione all’UNTSO rappresenta per molti Paesi il primo passo nel mondo del peacekeeping delle Nazioni Unite.

Oggi, la prima funzione fondamentale dell’UNTSO è quella di inviare osservatori militari competenti nei cinque Paesi, sia come ufficiali di collegamento che come esperti militari sulle linee del cessate il fuoco. Sul Golan, le forze di pace controllano che le parti rispettino i cessate il fuoco che hanno firmato: osservano le linee di demarcazione ed effettuano ispezioni delle forze armate e dell’equipaggiamento nelle zone di confine da entrambe le parti. Nel Libano meridionale, gli osservatori militari sostengono il monitoraggio della Linea Blu e collaborano con le autorità e le comunità locali. Entrambi i gruppi di osservatori militari hanno il compito di garantire un’accurata segnalazione delle violazioni degli accordi, riducendo le tensioni ed evitando incomprensioni tra le parti che potrebbero portare a un’escalation.

I conflitti e i problemi si sono evoluti nel corso degli anni. È quindi importante che l’UNTSO mantenga la capacità di adattarsi alle condizioni di conflitto e di soddisfare le aspettative del Consiglio di sicurezza e dei cinque Paesi in cui opera. Nel maggio del 2023 l’UNTSO celebrerà il suo 75º anniversario. La missione regionale rimane un simbolo dell’impegno della comunità internazionale per una soluzione globale in Medio Oriente.

La seconda funzione principale dell’UNTSO è quella di fornire un collegamento regionale con ciascuno dei cinque Paesi associati al mandato. Qui si nasconde la chiave per mantenere canali di comunicazione affidabili, stabilire misure di rafforzamento della fiducia, trasmettere messaggi e fornire servizi efficienti. Per questo motivo, in qualità di capo missione, incontro regolarmente rappresentanti politici e della sicurezza di alto livello dei Paesi Egitto, Israele, Giordania, Libano e Siria. È essenziale che il capo missione sia considerato imparziale dalle parti e dagli interessati in un’area di conflitto. Credo davvero che lavorare per l’ONU faccia parte del DNA degli svizzeri, che per tradizione sono neutrali e aperti ad altre culture, lingue e religioni. Avendo lavorato a vario titolo presso le Nazioni Unite, mi sono reso conto della priorità che l’organizzazione mondiale attribuisce all’imparzialità e all’inclusività in tutte le sue attività.

Nel mio ruolo, devo anche affrontare diverse sfide, ma le vedo come opportunità. Ad esempio, i rischi fisici che devono essere gestiti in un ambiente semipermissivo per consentire una maggiore portata nell’adempimento del nostro mandato. Oppure il complicatissimo processo di bilancio delle Nazioni Unite, il cui corretto allestimento è fondamentale per migliorare l’efficienza delle nostre attrezzature di osservazione o la protezione dei nostri osservatori militari. Le priorità del mio primo anno da Ccapo missione sono state quelle di assicurare che i nostri peacekeepers fossero addestrati ed equipaggiati secondo gli standard più elevati e di costruire relazioni costruttive con tutte le autorità nazionali e le parti interessate nella nostra area di mandato. In termini di progetti concreti, la costruzione di un nuovo posto di osservazione sul Golan è stata elogiata dalle parti in conflitto e dal Consiglio di sicurezza.


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