Più di 200 protettili inesplosi pericolosi resi innocui
La Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi del Comando KAMIR è reperibile tutto l’anno, 24 ore su 24. Nel 2021 sono pervenute più di 900 segnalazioni: per gli addetti all’eliminazione di munizioni inesplose ciò si è tradotto in oltre 6000 ore di lavoro durante le quali hanno rimosso più di 2700 residui di munizioni, garantendo così la sicurezza di sentieri e piazze di tiro e delle attività di sgombero di appartamenti.
16.05.2022 | Comunicazione Difesa, Michael Senn

Non bisogna lasciarsi ingannare dalla tranquillità idilliaca di Spiez, perché qui a volte la situazione può farsi estremamente pericolosa. Sulla sponda meridionale del Lago di Thun stazionano infatti gli addetti all’eliminazione di munizioni inesplose dell’Esercito svizzero. Questi specialisti sono richiesti sia in Svizzera sia all’estero e, con il loro impiego, assicurano che le munizioni inesplose, abbandonate o non completamente smaltite vengano rese innocue e smaltite in modo corretto.
Da Spiez in tutta la Svizzera
L’anno scorso alla Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi (CAPI Annuncio di proiettili inesplosi) sono pervenute 908 segnalazioni per telefono, e-mail o tramite l’app appositamente sviluppata. Le segnalazioni sono immediatamente valutate da un esperto e classificate in ordine di priorità in base al pericolo derivante dall’oggetto ritrovato. Pronte a entrare in azione di norma ci sono due pattuglie, d’estate persino tre, che ricevono tutte le informazioni dalla CAPI ed eseguono poi il lavoro nel luogo della segnalazione.
Molte volte si tratta di luoghi difficilmente raggiungibili, poiché spesso le pareti rocciose (o simili) sono state utilizzate, o lo sono tuttora, come zone degli obiettivi. Affinché gli addetti all’eliminazione di munizioni inesplose possano raggiungere questi luoghi rapidamente, in tutta sicurezza ed efficienza, nel 2021 sono stati coadiuvati dalle Forze aeree con circa 60 ore di volo.
Eredità pericolose
L’82 per cento delle segnalazioni viene da civili, come i responsabili delle piazze di tiro, i collaboratori del servizio delle valanghe o gli escursionisti. Sin dallo scoppio della pandemia di coronavirus, le attività all’aperto durante il tempo libero godono di una grande popolarità e hanno fatto registrare cifre record alla CAPI: nel 2020, in un anno, è stato raggiunto l’allora valore massimo di 1055 segnalazioni. Anche se le 908 segnalazioni dell’anno scorso hanno fatto segnare un calo, si tratta comunque di un dato che è nettamente superiore rispetto alla media decennale (33 per cento).
Nel 2021 sono stati ritrovati in totale 2741 oggetti: nell’8 per cento (227) dei casi si è trattato effettivamente di proiettili inesplosi. Il 75 per cento era costituito da rottami di munizioni, ossia residui di munizioni privi di sostanze esplosive. Il restante 17 per cento consisteva in munizioni trovate, ossia munizioni non sparate, dimenticate o abbandonate. Questi oggetti vengono spesso rinvenuti duranti traslochi o sgomberi e, talvolta, rappresentano un serio pericolo. Per poterli classificare è comunque necessario un occhio allenato. Se si dovesse trovare una munizione di qualsiasi tipo, è importante attenersi ai seguenti principi: non toccare – contrassegnare – notificare, per telefono al numero 117 o tramite app.
Pericolo decennale
Da decenni l’esercito utilizza le pareti rocciose come zone degli obiettivi per lanciamine, cannoni di fortezza, razzi anticarro e generi di proiettile di qualsiasi calibro. Dopo ogni tiro, da sempre la normale procedura prevede che i militari perlustrino la zona per raccogliere i residui di munizioni e segnalare i proiettili inesplosi. Tuttavia, le grandi quantità di neve, il pietrisco franoso e le difficili condizioni nelle regioni di montagna impediscono regolarmente il ritrovamento di tutti i residui di munizioni. Molti di questi riemergono in superficie solo con l’arrivo dell’estate e lo scioglimento della neve.