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Competenza militare di salvataggio in Turchia

Tra i 90 volontari inviati dalla Catena svizzera di salvataggio nella zona terremotata in Turchia per fornire l’aiuto umanitario della Confederazione, figurano anche 31 specialisti del DDPS e dell’Esercito svizzero. In collaborazione con i partner della Catena di salvataggio danno prova di varie competenze di cui dispone l’Esercito svizzero, ovvero dell’aiuto militare in caso di catastrofe e dell’esperienza nell’ambito del salvataggio.

08.02.2023 | Comunicazione Difesa, Urs Müller

Dal 1999 la Svizzera porta la sua competenza nella gestione di sinistri maggiori all’estero sostenendo altri Stati nella realizzazione e nell’ampliamento dell’organizzazione dei servizi di salvataggio in caso di catastrofe. Questi progetti nell’ambito «Urban Search and Rescue» (USAR) sono parte integrante dell’aiuto umanitario della Confederazione e sono plasmati in misura determinante anche da militari. Gli specialisti della Formazione d’addestramento del genio/del salvataggio/NBC sono un elemento importante del gruppo specialistico salvataggio del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) e forniscono la loro competenza ed esperienza provenienti dall’aiuto militare in caso di catastrofe nell’ambito della collaborazione civile-militare.

Casualmente gli specialisti erano già sul posto: nelle ore in cui si è verificato il recente terremoto in Turchia, per motivi legati all’istruzione un team di specialisti nella prevenzione di catastrofi si trovava a Istanbul. Tra i suoi membri vi sono anche due ufficiali di professione della Formazione d’addestramento del genio/del salvataggio/NBC. Il team ha potuto occuparsi rapidamente dei lavori preliminari a favore di un distaccamento avanzato di sette persone della Catena di salvataggio, messosi in viaggio poche ore dopo il primo sisma e giunto sul posto già il pomeriggio del 6 febbraio.

Volontari e senz’arma

La sera del 6 febbraio, 80 specialisti e otto cani da ricerca si sono messi in viaggio alla volta della Turchia. Tra di loro si contano nove militari di professione, 20 militari in ferma continua del battaglione d’intervento in caso di catastrofe nonché due collaboratori civili del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Per quanto concerne i militari, sono tutti volontari che si sono dichiarati pronti a effettuare un impiego con la Catena svizzera di salvataggio. Prestano un impiego sussidiario in civile e senz’arma. Il loro obiettivo consiste nel soccorrere persone sepolte dalle macerie e il loro impiego durerà presumibilmente dieci giorni. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), nel caso particolare della Catena svizzera di soccorso è responsabile sia dell’impiego che della condotta. I militari forniscono la loro competenza nella valutazione della piazza sinistrata e nel salvataggio di persone in caso di sinistri maggiori. Il primo aspetto è necessario per non mettere in pericolo la propria vita. Sono equipaggiati con materiale militare di cui fanno uso e con cui si allenano anche le formazioni di salvataggio svizzere. Ciò comprende anche l’attrezzatura che permette di localizzare le persone e gli apparecchi pesanti per sollevare ad esempio macerie o effettuare trivellazioni nel calcestruzzo per soccorrere le persone sepolte. La manutenzione e la prontezza all’impiego degli apparecchi vanno garantite sul posto, per cui sono impiegati anche dei custodi d’apparecchi. Altri specialisti si occupano della gestione e del trattamento di merci pericolose. I giovani soldati di salvataggio che prestano il loro servizio quali militari in ferma continuata possono comunicare la loro disponibilità ad assolvere simili impieghi all’inizio della scuola reclute e vengono preparati in modo specifico. 

Secondo regole internazionali

I requisiti minimi per gli impieghi di questo genere, ai quali i team d’intervento devono attenersi nei diversi Paesi, sono definiti in direttive internazionali. Queste permettono una collaborazione senza intoppi con team di altri Paesi. La competenza nel salvataggio viene istruita e allenata regolarmente in Svizzera, come è stato il caso su larga scala nel mese di novembre del 2021 in occasione di un’esercitazione internazionale tra le macerie del Centro d’istruzione delle truppe di salvataggio (CITS) a Ginevra. Assieme al villaggio d’esercitazione di Wangen an der Aare, il CITS rappresenta l’infrastruttura essenziale per l’istruzione delle truppe di salvataggio, costituite con Esercito 95 a partire da quelle che un tempo erano le truppe di protezione aerea. Gli ultimi impieghi maggiori prestati su scala internazionale da militari attivi nell’aiuto in caso di catastrofe assieme alla Catena svizzera di salvataggio risalgono al 2009, quando si verificò il terremoto in Indonesia, e al 2011, in occasione dell’incidente di Fukushima.

Come possono aderire i soldati alla Catena svizzera di salvataggio?

L’Esercito svizzero è uno degli otto partner della Catena svizzera di salvataggio. I soldati interessati a prestare degli impieghi nella Catena di salvataggio sono pregati di annunciarsi presso la Formazione d’addestramento del genio/del salvataggio/NBC. Quest’ultima rileva le potenziali forze d’intervento e le prepara all’impiego. Vista la loro elevata disponibilità, l’elenco del picchetto della Formazione d’addestramento comprende perlopiù militari di professione. Ma è richiesta anche la partecipazione della componente di milizia. I militari in ferma continuata delle truppe di salvataggio possono comunicare la loro disponibilità a prestare simili impieghi volontari all’estero all’inizio della SR. Vengono poi preparati in modo specifico, per esempio mediante vaccinazioni e un’istruzione speciale agli apparecchi della Catena svizzera di salvataggio. Ma anche per i militari che non prestano servizio in ferma continuata vi è la possibilità di mettersi a disposizione a favore della parte militare della Catena di salvataggio. Il presupposto fondamentale è dato da un’elevata disponibilità (a fornire prestazioni) e dalle competenze richieste nei vari ambiti.


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