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Sapersi destreggiare tra le macerie

Il Battaglione di salvataggio 3 ha saputo reagire al meglio ad una vasta situazione di catastrofe simulata in quel di Rivera.

15.06.2022 | EB/LP

 

Alcuni focolai ancora da domare, la necessità di aiutare le forze civili e la corsa contro il tempo per liberare coloro rimasti intrappolati sotto le macerie. È all’interno di questo complesso scenario che ha dovuto intervenire la Compagnia 2 del Battaglione di salvataggio 3, che a Rivera ha dato vita all’esercitazione denominata in maniera emblematica “MACERIE”. 

In un contesto ancora tutto da decifrare, i primi militi giunti sul posto hanno immediatamente cominciato a scandagliare l’area, effettuando precise ricognizioni. Protagonisti dapprima i droni, utilizzati per ricercare feriti oppure minacce, poi le unità cinofile specializzate in questo tipo di operazioni. Una volta localizzata la posizione dei diversi civili intrappolati sotto le pesanti lastre di cemento armato, a subentrare sono state squadre dotate di speciali sonde capaci di insinuarsi negli pertugi più angusti, strumenti fondamentali in queste tipologie di scenari. Grazie all’analisi accurata del luogo, sono successivamente cominciate le operazioni di soccorso vere e proprie che hanno visto i vari reparti lavorare in totale sinergia. 

Ed è proprio la capacità di sapersi adattare a tutte le situazioni ad essere stata posta al centro  dell’esercitazione, come conferma il Maggiore SMG Stefan Roos, direttore dell’esercizio “MACERIE”: “L’obiettivo di questa esercitazione è quella di testare e allo stesso tempo allenare la collaborazione con le forze civili. Dal punto di vista militare sono state impiegate le forze aeree, le truppe di salvataggio, le unità cinofile da ricerca così come il personale sanitario. La difficoltà maggiore di questa esercitazione è proprio quella di riuscire a coinvolgere positivamente tutti questi interpreti – e le loro relative risorse tecniche – all’interno di una vasta simulazione che li ha visti operativi in un contesto per loro inusuale, e di conseguenza ancora più insidioso”.

L’obiettivo è quello di testare la collaborazione con le forze civili


– Maggiore SMG Stefan Roos, direttore dell’esercizio “MACERIE”

 

Sapersi districare insomma non solo tra le macerie, ma anche – e soprattutto – nella sfida di riuscire a collaborare non solo con altre forze militari, ma anche con quelle civili. È proprio a questo che servono esercizi di tale caratura, delle operazioni che mettono a dura prova i soldati impiegati, fortificando il legame con gli altri enti coinvolti nelle operazioni di salvataggio, il tutto nel nome di un’unica missione: dimostrarsi efficaci anche in contesti estremi quanto stressanti.

 


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