La prontezza, prima priorità della Base logistica dell'esercito
Una prontezza più elevata e la reintroduzione di un sistema di mobilitazione sono elementi fondamentali dell'ulteriore sviluppo dell'esercito (USEs). In caso d'urgenza i centri logistici dell'esercito (CLEs) devono essere in grado di equipaggiare le truppe in modo rapido ed efficace. Nel quadro del processo «Appoggio» si preparano ad adempiere questa missione con successo. Obiettivo: una maggiore prontezza entro il 2022.
29.08.2019 | Comunicazione Difesa, Anthony Favre

Inondazioni, terremoti, black-out, pandemie oppure attacchi terroristici di ampia portata possono paralizzare il Paese. Le autorità civili sono oberate dall'entità della crisi. Una parte dell'esercito viene mobilitato per un impiego sussidiario. I centri logistici dell'esercito (CLEs) sono quindi in prima linea e devono essere in grado di equipaggiare tutti i corpi di truppa rapidamente e in condizioni difficili. Questo è lo scenario del processo «Appoggio», lanciato nel 2018 nel quadro dell'USEs. Tale processo è pensato per permettere ai cinque CLEs di Hinwil, Othmarsingen, Monte Ceneri, Thun e Grolley nonché alla Farmacia dell'esercito di elaborare le basi ed i concetti alla base della mobilitazione. Lo scenario «Appoggio» prevede l'impiego di al massimo 55 000 militari, dopo lo schieramento delle formazioni in prontezza elevata, ciò che corrisponde al ritmo di due battaglioni al giorno, per ogni CLEs
Il tenente colonnello SMG Daniel Aeschbach della Base logistica dell'esercito (BLEs) è l'ufficiale a capo del progetto «Appoggio». Ci spiega che reintrodurre un sistema di mobilitazione implica un importante lavoro concettuale e di preparazione. In ogni CLEs occorre analizzare cosa bisogna fare per assicurare una quantità sufficiente di materiale, mettere in sicurezza le infrastrutture e il personale, funzionare anche in caso di interruzione di corrente o delle comunicazioni, collaborare con i battaglioni della logistica o mantenere una visione d'insieme delle varie attività durante tutto l'impiego. A riguardo si sono rivelati preziosi alcuni documenti relativi al sistema dimobilitazione risalente al 1995.
Il processo «Appoggio» si svolge in tre fasi: introduzione, pianificazione e controllo. Il tenente colonnello SMG Aeschbach e i responsabili dei vari processi logistici si sono dapprima recati nei singoli centri logistici per presentare lo scenario, gli obiettivi e i prodotti da elaborare in relazione alla reintroduzione della mobilitazione. A questa prima fase introduttiva fa seguito una seconda fase di elaborazione delle soluzioni per aumentare la prontezza. Infine verrà svolto un esercizio di stato maggiore chiamato «Appoggio Chrono» che consentirà di testare il livello di preparazione dei CLEs.
Recentemente il tenente colonnello SMG Aeschbach ed i responsabili dei processi BLEs si sono recati presso il CLEs Othmarsingen per verificare l'avanzamento dei lavori. Al termine delle discussioni si è detto soddisfatto: «I collaboratori sono motivati e il grado di preparazione è impressionante». L'esercizio di stato maggiore finale «Appoggio Chrono» previsto per marzo 2020 dovrà confermare quest'impressione. «Rimangono ancora molti aspetti da chiarire e su cui esercitarsi, ma siamo nei tempi», constata rallegrato il capoprogetto. Con una prontezza più elevata, l'esercito sarà in grado di intervenire con rapidità e flessibilità in caso di evento maggiore.
Livelli d'intervento differenziati

L'USEs prevede una prontezza differenziata. In caso d'urgenza l'esercito impiega dapprima le organizzazioni di professionisti e le formazioni in ferma continuata. In un secondo tempo fa intervenire le formazioni impegnate nei corsi di ripetizione e successivamente le formazioni di milizia in prontezza elevata (fmpe). Qualora ciò si rivelasse insufficiente, mobilita infine le altre formazioni di milizia. Per assicurare la continuità dell'impiego, possono infatti essere mobilitati complessivamente 55 000 militari.