Effettivo dell’esercito 2025: le partenze anticipate rimangono la maggiore sfida
Berna, 13.11.2025 — Il 1º marzo 2025 l’esercito contava circa 146 700 incorporati. Ciononostante, nei prossimi anni l’effettivo non consentirà di garantire un apporto di personale sufficiente per i corsi di ripetizione, soprattutto a causa delle partenze anticipate.
In data 1º marzo 2025 l’effettivo di militari incorporati nelle formazioni ammontava a 146 718 unità. Di questi, 105 997 dovevano ancora prestare dei giorni di servizio d’istruzione (72,25%) e 40 721 avevano già adempiuto il loro obbligo di servizio d’istruzione (27,75%). Rispetto al 2024 l’effettivo reale è diminuito di 256 unità. La quota di donne incorporate nelle formazioni dell’esercito è leggermente aumentata, salendo all’1,7 per cento.
Stasi dopo la fase di transizione
Per garantire le 99 101 posizioni necessarie per l’adempimento dei compiti dell’esercito, il cosiddetto «effettivo regolamentare», è necessario un effettivo di circa 140 000 militari incorporati («effettivo reale»). L’effettivo reale è superiore di un fattore 1,4 in considerazione del fatto che, in caso di impiego, non tutti i militari incorporati possono dare seguito alla chiamata in servizio.
Nel 2018, con l’avvio dell’ulteriore sviluppo dell’esercito (USEs), è stato stabilito che ogni militare sarebbe rimasto incorporato nell’esercito per una durata di dieci anni. Tuttavia, al fine di garantire gli effettivi nella fase di transizione necessaria per realizzare l’USEs, il periodo di incorporazione era stato aumentato a dodici anni per i gradi di truppa e per i sottufficiali che hanno terminato la loro scuola reclute prima del 2018. Grazie al prolungamento dell’obbligo di prestare servizio militare per una parte dell’esercito, nei primi anni dell’introduzione dell’USEs si è registrato un aumento dell’effettivo reale.
Le ultime due classi di età ancora tenute a prestare dodici anni di servizio militare saranno prosciolte dall’esercito negli anni 2028 e 2029. Poiché nel frattempo l’esercito perderà ogni anno oltre 11 000 militari a causa delle partenze anticipate, secondo le previsioni l’effettivo reale scenderà a 125 000 militari entro il 2029. Ciò a condizione che il tasso di idoneità, le partenze anticipate e il servizio volontario delle donne continuino a corrispondere ai valori sin qui registrati nel quadro delle attuali condizioni quadro legali.
Le partenze pregiudicano l’apporto di personale
Dalla realizzazione dell’USEs, il numero di partenze anticipate è stato costantemente elevato: più della metà è rappresentata dai passaggi al servizio civile. Tra i trentenni di una classe di reclutamento, circa il 35 per cento sono militari, il 14 per cento presta servizio civile, il 13 per cento è nella protezione civile e il 37 per cento non presta servizio per motivi medici o per altre ragioni. Le persone di quest’ultimo gruppo sono state dichiarate inabili al servizio militare per motivi medici già in occasione del reclutamento o durante l’obbligo di prestare servizio.
Per ridurre i problemi riscontrati nell’ambito dell’apporto di personale, l’esercito ha già adottato diverse misure nei settori della comunicazione, del reclutamento, della fidelizzazione e della consulenza, realizzando quanto proposto nei due rapporti del 2021 e del 2022 sull’apporto di personale per l’esercito e per la protezione civile.