L’esercito in appoggio nelle case di cura
Il coronavirus mette a dura prova le case di cura. Per tale ragione, il Cantone di Neuchâtel ha chiesto l’appoggio dell’Esercito svizzero. Da inizio maggio, 34 militari del battaglione d’ospedale 2 sono impiegati in sette case di cura neocastellane, per ridurre il carico di lavoro del personale sanitario e portare conforto agli ospiti delle strutture.
Dall’inizio del mese di maggio, sette case di cura del Cantone di Neuchâtel possono contare sul sostegno dell’Esercito svizzero. In seguito alla domanda del Cantone, 34 militari del battaglione d’ospedale 2 sono stati impiegati per sostenere il personale sanitario messo a dura prova durante le scorse settimane. È il caso per esempio dell’istituto di cura Les Charmettes, a Neuchâtel, dove due gruppi di quattro militari si alternano ogni tre giorni per aiutare il personale sanitario nelle attività quotidiane. «Siamo molto contenti della presenza dell’esercito. Le scorse settimane sono state particolarmente pesanti per tutti, sia sul piano fisico che mentale. I militari ci permettono di riprendere un po’ di fiato, ne avevamo proprio bisogno», spiega con riconoscenza il direttore Olivier Schnegg.
Un sostegno morale importante
Quella mattina, nella caffetteria semideserta, il sodato sanitario Kesanet Mokonen conversa con un gruppo di ospiti della casa di cura. Come gli altri sette colleghi impiegati nell’istituto Le Charmettes, il suo lavoro consiste principalmente nell’assistere le persone anziane durante la giornata, tra le 10 e le 19. Il coronavirus ha causato un aumento delle esigenze di cura e di assistenza, mettendo a dura prova la struttura nel suo complesso. Qualsiasi aiuto è quindi benvenuto, che si tratti di servire i pasti ai residenti, di fare una passeggiata con loro nel parco, di aiutarli a lavarsi o semplicemente di ascoltarli. «Siamo contenti di vedere che possiamo essere d’aiuto. Non soltanto riduciamo il carico di lavoro del personale sanitario, ma portiamo anche gioia agli ospiti delle case di cura, che non ricevono più visite dall’inizio della crisi», spiega il soldato Mokonen.
Altri sei istituti di cura del Cantone beneficiano attualmente dell’impiego dell’Esercito svizzero. Inizialmente previsto sino a fine maggio, l’appoggio è periodicamente rivalutato e se necessario potrà essere prolungato.