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ComunicazioniPubblicato il 23 gennaio 2025

CUMINAIVEL | Gli ospiti del WEF si confessano al parroco di Davos

Il WEF non si ferma nemmeno per la chiesa di Davos. Mentre un'emittente televisiva statunitense è installata nella chiesa evangelico-riformata, la parrocchia cattolica romana accoglie una delegazione vaticana. Questo apre le porte al parroco di Davos, Kurt Benedikt Susak.

Al piano terra di un condominio si riuniscono gli esperti della blockchain in occasione del World Economic Forum (WEF). Due piani più in alto, il decano e parroco Kurt Benedikt Susak apre la porta del suo appartamento per CUMINAIVEL. Il 47enne, originario della Germania, non è da solo. Il cardinale Peter Turkson è arrivato dal Vaticano con il suo segretario per partecipare al WEF e al momento è ospite del parroco di Davos. È già la quinta volta che il cardinale porta il messaggio del Papa al WEF.

Ogni anno, durante il WEF, la delegazione vaticana soggiorna nell'appartamento di Susak. Il parroco li accompagna a tutti gli incontri con altre delegazioni di livello provenienti dal mondo della politica e dell'economia, fungendo da ospite e guida turistica. Ma qual è il ruolo della Chiesa al forum economico? « Qui ognuno vuole massimizzare il proprio profitto », osserva il parroco. « La Chiesa, invece, desidera che l'economia sia al servizio delle persone, e non il contrario ».

Da 15 anni, Kurt Benedikt Susak predica nella chiesa cattolica romana di Davos. Mostra con orgoglio il suo badge per l’accesso al WEF – o passepartout, come lo definisce – e spiega: « Non appena esco in strada vestito da sacerdote, la gente mi si avvicina ». Le persone si fidano di lui e si aprono. Per un momento, secondo Susak, la ricerca del profitto sembra perdere priorità. Non è raro che personalità di spicco gli chiedano una preghiera o un consiglio. « Consiglieri federali, vicecancellieri, CEO, celebrità… tutti condividono con me cose molto personali e private ».

Di conseguenza, il confessionale è alquanto frequentato. « Il bisogno di confessarsi è grande e durante il WEF ciò accade spesso in lingua inglese », spiega il parroco Susak. La distanza e l’anonimato rispetto al luogo di domicilio favoriscono la confessione per gli ospiti stranieri a Davos, aggiunge il sacerdote. Non ci sono orari fissi per le confessioni, poiché la sua agenda è piuttosto piena.
E così, il parroco Susak deve già riprendere le sue attività. « Tra poche ore si terrà un incontro tra il fondatore del WEF, Klaus Schwab, e la delegazione cattolica », afferma con orgoglio.