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Impiego a favore della stabilità e della sicurezza

La Svizzera ha un interesse diretto alla pace e alla stabilità nei Balcani. Anche l’Esercito svizzero fornisce il suo contributo: partecipa con il contingente SWISSCOY a favore della Kosovo Force (KFOR) e invia militari in Bosnia ed Erzegovina nel contesto della missione Althea della European Union Force (EUFOR). In questa regione i soldati impiegati nei Balcani svolgono compiti che hanno un influsso diretto sulla situazione in materia di sicurezza in loco.

07.02.2023 | Comunicazione SWISSINT, Daniel Seckler

Impiego a favore della libertà di movimento: alcuni militari dell'Esercito svizzero rimuovono un blocco stradale all'inizio del 2023 nel Kosovo del nord. © Staff Sgt. Anna Pongo, KFOR Regional Command East
Impiego a favore della libertà di movimento: alcuni militari dell'Esercito svizzero rimuovono un blocco stradale all'inizio del 2023 nel Kosovo del nord. © Staff Sgt. Anna Pongo, KFOR Regional Command East

Per la Svizzera la pace e la stabilità nei Balcani rivestono un’importanza dal profilo della politica di sicurezza. Attualmente la situazione in Kosovo è stabile, ma è tuttora contraddistinta da una certa volatilità. Davanti a questo scenario la presenza della KFOR come garante militare per un ambiente sicuro, vantaggioso per lo sviluppo del Kosovo e la stabilità dell’intera regione, ha tuttora la sua ragion d’essere. Prendendo parte alla KFOR, la Svizzera conferma la sua disponibilità ad assumersi la sua parte di responsabilità per quanto riguarda la stabilità nei Balcani. In considerazione dell’attuale situazione nell’est dell’Europa, tale partecipazione risulta tanto più importante. Questo è quanto comunica il Consiglio federale nel suo messaggio concernente la proroga del mandato della SWISSCOY a favore della KFOR. Ma in che modo l’Esercito svizzero può contribuire a questa stabilità? Dispone delle competenze necessarie? Le prestazioni fornite dai militari giovano realmente alla stabilità in questa regione?

 

Contributo svizzero di alta qualità

In termini di dimensioni i 195 militari della SWISSCOY rappresentano circa il cinque per cento degli effettivi delle truppe della KFOR. Sotto l’aspetto del personale il suo contributo è dunque leggermente superiore alla media nel confronto con le 27 nazioni che mettono a disposizione truppe per questa missione. Le funzioni e i compiti dei soldati svizzeri si traducono in prestazioni di alta qualità che rappresentano un grande valore aggiunto in diversi ambiti di attività della KFOR. Il comandante della KFOR, maggiore generale Angelo Michele Ristuccia, lo conferma: «La Svizzera fornisce prestazioni sostanziali che contribuiscono alla stabilità in tutto il Kosovo e mette a disposizione della missione elementi importanti e molto validi. Inoltre gli svizzeri dispongono di un grande know how specialistico e militare che impiegano a favore della KFOR». Il comandante si riferisce in particolare alle prestazioni che la SWISSCOY fornisce in relazione ai compiti principali della KFOR: garantire un ambiente sicuro e stabile (Safe And Secure Environment, SASE) e assicurare la libertà di movimento per tutte le persone in Kosovo (Freedom of Movement, FOM).

 

Ampio bagaglio di conoscenze specialistiche

L’Esercito svizzero appoggia la KFOR con elementi attivi sul piano operativo. Concretamente fornisce per esempio contributi nell’eliminazione di munizioni inesplose, nel trasporto aereo, nel monitoraggio e nella valutazione della situazione, nell’assistenza medica o anche nella polizia militare internazionale nonché in forma di ufficiali di stato maggiore a livello di Quartiere generale e di comandi regionali. Il fatto che i militari svizzeri dispongano di un ampio bagaglio di conoscenze specialistiche è dimostrato dalla SWISSCOY anche nel settore del Freedom of Movement. Nel quadro di questo compito della KFOR, il contingente svizzero svolge mansioni nel settore dei trasporti così come in forma di lavori del genio e nell’eliminazione di munizioni inesplose. Un ulteriore elemento è la Force Protection, ovvero la protezione di tutti i militari della KFOR coinvolti. Tale compito è però garantito da altre nazioni che mettono a disposizione delle truppe. Insieme formano un cosiddetto «Freedom of Movement Detachement» (FOMD) che la KFOR può impiegare per garantire la libertà di movimento per tutte le persone in Kosovo e della missione stessa. L’ultima volta che si è posta la necessità di intervenire in tal senso è stata nel gennaio di quest’anno, quando erano stati istituiti dei blocchi stradali, cosiddetti roadblock, per ostruire le vie di comunicazione nel nord del Kosovo. I pionieri svizzeri hanno aperto queste barricate e rimosso gli autocarri incendiati utilizzati a tal fine. Oltre a garantire la libertà di movimento agli abitanti e alle organizzazioni del Kosovo in tutte le regioni del Paese, grazie a simili incarichi questo impegno permette anche di ricavare importanti insegnamenti per l’Esercito svizzero. Tali insegnamenti confluiscono nel servizio militare in Svizzera sotto forma di «lessons learned» – sia nel servizio d’istruzione della milizia sia nel lavoro delle formazioni di professionisti, negli impieghi in Svizzera oppure nell’aiuto militare in caso di catastrofe.

 

Valutazione di informazioni rilevanti per la sicurezza

Anche i militari svizzeri dei Liaison and Monitoring Team (LMT) apportano un contributo attivo per garantire un ambiente sicuro e stabile. La Svizzera invia questi team in sei ubicazioni in totale – sia nelle zone a sud del Paese, prevalentemente di impronta kosovara albanese, sia nel nord del Paese, in maggioranza popolato da serbi kosovari. I militari della SWISSCOY sono dunque impiegati nelle regioni di entrambe le etnie, rispecchiando così i principi di una missione apartitica su mandato dell’ONU con tutti i rappresentanti del popolo. Durante lo svolgimento del loro compito i soldati dei LMT sono costantemente in contatto con numerose organizzazioni (statali, regionali o civili) e persone di tutte le etnie. Qui occorre fare una distinzione chiara e netta tra «essere in contatto» e «curare una stretta collaborazione». I LMT ottengono per esempio regolarmente informazioni dagli organi di sicurezza locali nel settore d’impiego. Questo contatto avviene tuttavia in primo luogo per avere accesso, a vantaggio della KFOR, a informazioni rilevanti per la sicurezza che potrebbero avere un influsso sulla stabilità della regione. Tali informazioni servono alla missione come base per la valutazione della situazione nell’intero Paese e dunque come base decisionale per gestire l’orientamento dei mezzi d’impiego. L’attività quotidiana dei LMT contribuisce quindi a garantire la sicurezza e la stabilità per tutti i cittadini – serbi kosovari, albanesi kosovari o di altri gruppi etnici. Oltre a questo i LMT fungono anche da interlocutori per le organizzazioni e le persone che desiderano entrare in contatto con la KFOR. In quanto attrice neutrale della comunità internazionale, la KFOR non si schiera a favore di una delle parti in conflitto, e i militari della SWISSCOY agiscono di conseguenza. Da questo profilo sono agevolati dalla buona immagine della Svizzera, la cui neutralità è ampiamente nota anche in Kosovo. Facilmente riconoscibili dalla croce svizzera sulle spalle, sono ben visti in tutto il Paese, e tutti si mostrano sempre cordiali e rispettosi nei loro confronti. Queste sono premesse ideali per i militari svizzeri intenzionati a fornire un contributo alla stabilità e alla pace in Kosovo.

 

Svolgimento efficace dei compiti

L’impiego della SWISSCOY è iniziato nel 1999, subito dopo la guerra del Kosovo, e dura da ormai oltre 20 anni. Un lungo periodo? A prima vista potrebbe effettivamente sembrare di sì. Se consideriamo tuttavia gli eventi e i crimini commessi durante la guerra e li colleghiamo al fatto che da quegli avvenimenti non è passata nemmeno una generazione, questo lasso di tempo viene relativizzato – i fatti avvenuti durante il conflitto sono tuttora presenti tra la popolazione. Ciononostante ci sono stati degli sviluppi positivi negli ultimi anni: all’inizio l’effettivo delle truppe della KFOR superava le 50 000 unità. Nel frattempo la missione ha potuto ridurre i propri effettivi a circa 3800 militari, senza che si manifestasse una riacutizzazione sensibile del conflitto in tutto il Paese. Questa è la dimostrazione che la KFOR, e di riflesso anche la SWISSCOY, adempie i propri compiti e svolge a dovere i suoi incarichi per la stabilità della regione. Anche grazie a questa missione la situazione nella maggioranza delle regioni del Paese può nel frattempo essere considerata tranquilla e stabile. Ciononostante alcuni avvenimenti, come quelli verificatisi alla fine del 2022, mostrano che soprattutto nel nord del Kosovo la situazione è fragile e a tratti tesa, per cui la presenza della KFOR continua rivestire la sua importanza.

 

Return on Investment

Parallelamente al contributo per la stabilità e la sicurezza nei Balcani anche l’Esercito svizzero trae beneficio dall’impiego. Come return on investment i militari portano a casa preziose conoscenze, indipendentemente dal lavoro che svolgeranno al termine dell’impiego. I militari di professione traggono profitto dalle esperienze nella cooperazione internazionale e dall’aver capito come funzionano le altre forze armate. Dopo essere tornati a casa sono in grado di valutare in modo più differenziato le loro azioni e vedono quali sono i punti di forza e i punti deboli dell’Esercito svizzero rispetto ad altre nazioni. Possono integrare le nuove conoscenze acquisite durante l’impiego all’estero per esempio nel servizio d’istruzione oppure durante gli impieghi sul territorio nazionale, come quello in occasione del WEF. Ma anche le persone che provengono da un contesto civile ne ricavano un valore aggiunto: imparano infatti a conoscere il lato militare della loro professione e possono mettere alla prova le loro conoscenze specialistiche durante gli impieghi, oppure applicare nel contesto internazionale le basi teoriche apprese durante gli studi; per esempio nei settori della medicina, del diritto e delle scienze religiose e sociali, nel trasporto oppure nella logistica. L’impiego non genera però una perizia importante soltanto sul piano personale. Infatti l’esercito ricava importanti esperienze nel campo del materiale e della logistica, per esempio in relazione all’introduzione di nuovi veicoli o equipaggiamenti. Grazie al suo impiego in Kosovo, la Svizzera non fornisce soltanto un contributo alla pace e alla stabilità nei Paesi vicini, mostrando inoltre senso di responsabilità sul piano internazionale, ma genera anche un valore aggiunto su vari fronti per la Svizzera stessa.

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