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«La molteplicità dei contesti religiosi rafforza la nostra competenza»

Il capitano Samuel Schmid è capo dell’Assistenza spirituale dell’esercito. Per la prima volta si occupa dell’istruzione di cappellani militari provenienti da un contesto mussulmano, ebraico o appartenenti a una chiesa libera. In tal modo l’esercito vuole fornire consulenza a tutti i soldati e quadri, a prescindere dalla loro fede religiosa. Il partenariato con le comunità religiose musulmane ed ebraiche è già effettivo da un anno a questa parte. Ora i primi cappellani militari con tali background inizieranno a svolgere il loro compito.

12.05.2022 | Comunicazione Difesa, Gaby Zimmer

«Come cappellani militari condividiamo gli stessi valori e lo stesso atteggiamento di base. I nostri diversi background religiosi rappresentano un arricchimento». Capitano Samuel Schmid, capo Assistenza spirituale dell’esercito
«Come cappellani militari condividiamo gli stessi valori e lo stesso atteggiamento di base. I nostri diversi background religiosi rappresentano un arricchimento». Capitano Samuel Schmid, capo Assistenza spirituale dell’esercito ©VBS/DDPS Sabine Nüssli

Signor Schmid, gli attuali cappellani militari dell’esercito possono fornire consulenza solo ai cristiani?

Samuel Schmid: L’Assistenza spirituale dell’esercito è a disposizione di tutti, siano essi cristiani, musulmani, ebrei, buddisti, atei o persone con altre convinzioni. Tutti i cappellani militari si pongono verso il loro interlocutore adottando lo stesso atteggiamento di base: con rispetto, stima e apertura.

Perché è importante che i militari siano seguiti da cappellani militari della loro religione?

Nella maggioranza dei casi il contesto religioso dei cappellani militari non riveste un ruolo importante. In singoli casi, tuttavia, per i militari è importante essere seguiti da qualcuno con la stessa fede religiosa. In futuro potremo soddisfare meglio questo bisogno. Inoltre, a volte, ci sono esigenze specifiche alla religione. La molteplicità dei background religiosi nel nostro servizio rafforza la nostra competenza.

Come si distinguono le prestazioni dei cappellani militari con un contesto cristiano, musulmano o ebraico?

Tutti loro portano con sé lo stesso atteggiamento di base, si attengono agli stessi valori e alla stessa visione dell’uomo, adempiono lo stesso compito dell’esercito, ovvero l’assistenza spirituale, e offrono le stesse prestazioni di base. Quando i cappellani militari si rendono conto di non potere coprire personalmente il fabbisogno di un loro interlocutore, possono ricorrere a cappellani militari con un altro background.

Come raggiungono i tre cappellani militari con un background musulmano, ebraico e nell’ambito di una chiesa libera i militari di tali fedi, incorporati in tutte le truppe?

Non sono competenti in primo luogo per i militari che appartengono alla loro fede, ma sono, come tutti gli altri cappellani militari, incorporati in modo fisso e competenti per la loro truppa o scuola. Inoltre sono a disposizione per temi specifici a una determinata religione. Le domande possono essere rivolte tramite il rispettivo cappellano militare o il nostro numero di picchetto.

Come ha reclutato questi tre cappellani militari?

Il percorso per diventare cappellano militare passa attraverso un processo di reclutamento uguale per tutte le persone interessate, che comprende, oltre a una candidatura dettagliata e a delle opportune referenze, la raccomandazione da parte della rispettiva comunità religiosa, un assessment impegnativo e l’assolvimento con successo del nostro corso di formazione.

Quanti cappellani militari ci sono e quanti sono di fede musulmana o ebraica?

All’inizio dell’anno il nostro servizio ausiliario contava 171 cappellani militari incorporati nelle Grandi Unità e nelle formazioni d’addestramento, che prestano servizio a favore dei corpi di truppa e delle scuole. Nel nostro corso di formazione tecnico con 29 partecipanti due di loro hanno un contesto ebraico e uno un contesto musulmano.

Prevede di rafforzare ulteriormente l’assistenza spirituale?

Cerchiamo cappellani militari che vantino elevate competenze derivanti dalla loro attività civile e siano idonei per il servizio dell’assistenza spirituale dell’esercito. Una molteplicità di background religiosi rappresenta una risorsa supplementare che arricchisce il nostro servizio. Sono convinto che sia gli attuali diciannove partenariati con chiese e comunità religiose che quelli che seguiranno in futuro contribuiranno ad aumentare la diversità e a consolidare il nostro servizio.

Come funziona la collaborazione? Ci sono diversi punti di vista sulle prestazioni dell’assistenza spirituale dell’esercito?

La nostra collaborazione è basata su un grande cameratismo, sul rispetto e sulla stima reciproca. Mostra apertura verso le opinioni altrui, ma, nel contempo, è vincolante nei confronti dei nostri valori comuni e del nostro compito a favore dei militari.

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