Premesse per un impiego sussidiario dell’esercito
Se i mezzi civili non sono più sufficienti per far fronte a una situazione straordinaria, l’esercito può essere impiegato per fornire appoggio a favore delle autorità civili. In tal caso l’esercito viene impiegato esclusivamente in modo sussidiario e su richiesta delle autorità civili – come per esempio nella lotta contro il coronavirus. I militari forniscono un sostegno laddove altri non possono intervenire.
05.04.2022 | Comunicazione Difesa, Roland Studer

Quando il numero di contagi da coronavirus ha incominciato a salire all’inizio del mese di marzo 2020, i Cantoni hanno inoltrato numerose richieste di appoggio con mezzi militari. Successivamente il Consiglio federale ha deciso di mobilitare l’esercito per appoggiare la sanità pubblica civile nella lotta contro il coronavirus e per sostenere la Rete integrata Svizzera per la sicurezza.
Servizio d’appoggio unicamente su richiesta
Un simile appoggio militare alle autorità civili nella gestione di una situazione straordinaria è basato sul principio di sussidiarietà. Ciò significa che nel caso specifico i Cantoni e i Comuni non sono in grado di gestire una situazione straordinaria con i propri mezzi. In tal caso l’esercito può essere impiegato in via sussidiaria se i Cantoni interessati presentano una richiesta in tal senso. Per ogni servizio d’appoggio dell’esercito è inoltre necessaria un’autorizzazione preliminare del Consiglio federale. I servizi d’appoggio di notevole entità, per i quali è necessario chiamare in servizio più di 2000 militari o la cui durata è superiore a tre settimane, devono essere autorizzati anche dall’Assemblea federale – come è stato il caso per il primo impiego ordinato a causa della pandemia di coronavirus nella primavera del 2020.
Possibilità d’impiego dell’esercito
I militari possono essere impiegati a scopi di protezione, salvataggio e per fornire aiuto. Durante la prima ondata di coronavirus, ad esempio, le forze d’intervento mobilitate in appoggio alla sanità pubblica civile sono state dapprima impiegate in via sussidiaria, per sgravare il personale di cura degli ospedali, delle case per anziani e delle prigioni negli ambiti delle cure di base, delle cure mediche generali e dei trasporti sanitari. Successivamente le formazioni chiamate in servizio sono state impiegate anche a scopi di protezione, ad esempio per appoggiare l’Amministrazione federale delle dogane nella sorveglianza del «confine verde» o per sgravare la polizia cantonale ginevrina nella protezione delle ambasciate a Ginevra.
L’esercito garantisce la propria prontezza in modo rapido ed efficiente
Conformemente a quanto previsto dalla Costituzione federale, l’esercito ha l’obbligo di garantire in tutte le situazioni la prontezza all’impiego delle sue truppe. Il sistema di prontezza differenziata (vedi riquadro informativo 1) consente all’esercito di reagire in qualsiasi momento a eventi straordinari senza preavviso, con le forze e i mezzi necessari e appropriati. L’esercito è pertanto in grado di assicurare in maniera efficiente un rapido appoggio alle autorità cantonali – ricorrendo ai militari in servizio laddove altri non possono intervenire.
Il sistema di prontezza dell’esercito

In caso di evento vige il sistema di prontezza differenziata: se necessario è possibile mobilitare fino a 35 000 militari entro 10 giorni. Dapprima vengono impiegati i cosiddetti «mezzi di primo intervento», ovvero le organizzazioni di professionisti e i militari in ferma continuata dell’esercito. In seguito vengono convocate le formazioni che si trovano già in servizio nonché le truppe delle scuole reclute e delle scuole per i quadri. Se tali truppe non dovessero essere sufficienti o se sono richieste capacità specifiche, vengono mobilitate ulteriori formazioni. Le truppe supplementari possono essere allarmate elettronicamente e impiegate in tempi brevissimi. In una prima fase vengono chiamate in servizio le formazioni di milizia in prontezza elevata. In tal modo varie migliaia di militari possono essere ulteriormente mobilitate entro 24–96 ore. Se necessario, è possibile chiamare in servizio altre formazioni di milizia mediante ordine di marcia.
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Comunicati stampa
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Impiego «CORONA20» (febbraio – giugno 2020)
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