Impiegati quando gli altri raggiungono i propri limiti
Quando i mezzi civili necessari per gestire situazioni straordinarie non sono più sufficienti, è possibile impiegare l’esercito in appoggio alle autorità civili. Sarà così anche per la seconda ondata di coronavirus. In un simile contesto l’esercito interviene esclusivamente in modo sussidiario e su richiesta delle autorità civili, previa approvazione del Consiglio federale.
02.11.2020 | Comunicazione Difesa, Eve Hug

È arrivata la seconda ondata di coronavirus, i contagi e le ospedalizzazioni sono in aumento e si ripresenta la questione di un nuovo appoggio da parte dell’esercito. A fine ottobre infatti sono già arrivate le prime richieste di appoggio al settore sanitario con mezzi militari. Il 28 ottobre l’esercito ha quindi lanciato un apposito sondaggio riguardante il reclutamento di volontari per la chiamata in servizio d’appoggio a favore della sanità pubblica (cfr. infobox 2).
Servizio d’appoggio solo su richiesta
Quando a inizio marzo il numero di persone colpite da coronavirus ha iniziato ad aumentare, dai Cantoni sono pervenute numerose richieste d’appoggio con mezzi militari. Successivamente il Consiglio federale ha ordinato la mobilitazione dell’esercito in appoggio alla sanità pubblica civile nella lotta al coronavirus nonché a sostegno della Rete integrata Svizzera per la sicurezza.
Il presupposto per l’appoggio militare a favore delle autorità civili nell’ambito della gestione di una situazione straordinaria è il principio di sussidiarietà. Questo implica che i Cantoni e i Comuni non siano più in grado di gestire una situazione straordinaria con i propri mezzi. In tal caso è possibile un impiego sussidiario dell’esercito su richiesta dei rispettivi Cantoni. Ogni servizio d’appoggio dell’esercito però deve prima essere approvato dal Consiglio federale. Nel caso di impieghi di maggiore portata nel quadro del servizio d’appoggio, vale a dire quando devono essere chiamati in servizio più di 2000 militari o se l’impiego dura più di tre settimane, è inoltre necessaria l’approvazione dell’Assemblea federale, come è accaduto nel caso del primo impiego nel quadro della lotta al coronavirus, nella primavera del 2020.
Possibilità d’impiego dell’esercito
I militari possono essere impiegati negli ambiti «proteggere», «salvare» e «aiutare». Durante la prima ondata di coronavirus le forze d’impiego sono intervenute in appoggio alla sanità pubblica civile dapprima nell’ambito «aiutare»: i militari hanno sgravato il personale sanitario negli ospedali, nelle case per anziani e nelle prigioni svolgendo impieghi nelle cure di base e nelle cure mediche oppure effettuando trasporti sanitari.
Successivamente le formazioni chiamate in servizio sono state impiegate anche nell’ambito «proteggere» in appoggio all’Amministrazione federale delle dogane: i militari hanno aiutato nella sorveglianza della frontiera verde oppure, per esempio, hanno sgravato la polizia cantonale di Ginevra assumendo la sorveglianza delle ambasciate.
L’esercito è pronto
Secondo la Costituzione federale, l’esercito è tenuto a garantire la prontezza all’impiego delle sue truppe in ogni situazione. Il sistema di prontezza differenziata (cfr. infobox 1) consente all’esercito di reagire a eventi straordinari in ogni momento e immediatamente con forze sufficienti e idonee. Un ulteriore servizio d’appoggio, come pure una nuova mobilitazione, approvata con un apposito messaggio del Consiglio federale
concernente il servizio d’appoggio dell’esercito, consente alle autorità cantonali di garantire rapidamente un appoggio efficiente fornito da militari. I militari sono impiegati quando gli altri raggiungono i propri limiti.
Il sistema di prontezza dell’esercito

In caso di evento si applica il sistema della prontezza differenziata: se necessario, potrebbero essere mobilitati fino a 35 000 militari nel giro di 10 giorni. Dapprima vengono impiegati i mezzi di primo intervento, vale a dire le organizzazioni di professionisti dell’esercito e i militari in ferma continuata. In seguito vengono convocate le formazioni che si trovano già in servizio nonché le truppe delle scuole reclute e delle scuole per i quadri. Solo nel caso in cui queste truppe non bastino o siano necessarie capacità specifiche vengono mobilitate ulteriori formazioni. Le ulteriori truppe possono essere allarmate mediante mezzi elettronici e impiegate in breve tempo. Prima vengono chiamate in servizio le formazioni di milizia in prontezza elevata; in tal modo possono essere ulteriormente mobilitate diverse migliaia di militari entro 24-96 ore. Se necessario, ulteriori formazioni possono essere chiamate in servizio mediante ordine di marcia.
Servizio d’appoggio volontario «CORONA 2020»
L’esercito recluta in modo mirato tra i propri ranghi soldati e quadri che si annuncino come volontari per il servizio d’appoggio «CORONA 2020». L’obiettivo è di sgravare l’economia con un eventuale ulteriore impiego dell’esercito, in una prima fase mediante ricorso a volontari.
News
Impiego durante la seconda ondata
Retrospettiva: impiego «CORONA20» (febbraio – giugno 2020)
Comunicati stampa
Impiego durante la seconda ondata
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