print preview

Ritornare alla pagina precedente Pagina iniziale


Le barriere vanno, i ricordi restano

Il World Economic Forum di Davos si è concluso, ma per l'esercito non è ancora il momento di mettere la parola fine. Centinaia di reti metalliche, metri e metri di filo spinato e decina di palette devono essere ancora caricati e rimessi al proprio posto. I lavori di smantellamento sono in corso a pieno regime.

23.01.2023 | CUMINAIVEL | sf/eb

Sono le quattro del pomeriggio di venerdì quando arriva il cosiddetto ordine di rilascio. Allo stesso tempo, è il segnale che dà il via allo smantellamento del dispositivo di impiego. Le prime operazioni di pulizia si sono svolte già venerdì sera. Anche in una delle postazioni nella zona di Thusis c’è fermento: camion che entrano uno dopo l'altro nel grande parcheggio, decine di metri di filo spinato vengono arrotolati, le reti di protezione vengono smontate e caricate pezzo per pezzo. La fase più intensa della guardia è finita, le pattuglie affiancate dalle unità cinofile lasciano il posto ad una normale coppia di pattuglia. Nel frattempo le palette sono state caricate in tempo record. Poi è tempo di fare una pausa: i soldati si sono guadagnati il congedo per il fine settimana.

Avanti veloce fino a lunedì, i lavori riprendono. Ancora una volta, ricomincia il viavai di camion che entrano per caricare le griglie di protezione di ferro. Pian piano anche Davos sta tornando alla normalità. Ai lavori di smantellamento mercoledì seguirà la cosiddetta REDIMA, la Restituzione del Materiale; e quindi lunghe code davanti al magazzino per restituire Lüga, giacca Gore-Tex e filtri NBC. Ancora una volta, il capo materiale passerà in rassegna la sua lista, con la fronte aggrottata e la penna in mano, spuntando meticolosamente ciò che gli viene restituito.

Durante i lavori di smantellamento e la REDIMA è comunque importante mantenere alta l’attenzione. Dopotutto, l’attesa per la fine del servizio porta talvolta ad un’euforia che dev’essere contenuta. E questo per evitare incidenti e quindi infortuni in prossimità della fine del servizio. Questo rovinerebbe tutto, cancellerebbe anche i ricordi più belli che tendono a prevalere nella memoria sui momenti più duri. Ricordi di una missione probabilmente unica per la maggior parte delle persone, una missione di portata globale. Memorie di notti gelide, di giornate nevose, riscaldate dal sole grigionese e da chiacchierate cariche di emozione.


Ritornare alla pagina precedente Pagina iniziale