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ComunicazioniPubblicato il 20 giugno 2023

Da Pristina a Sarajevo – Incarico di trasporto a favore della KFOR

La sezione di trasporto svizzera ha trasferito quattro carri armati granatieri ruotati ungheresi dal Kosovo in Bosnia ed Erzegovina su incarico del Joint Logistic Support Group (JLSG) della KFOR. Si è trattato di un incarico piuttosto raro che si è snodato lungo un percorso impegnativo per i conducenti di autocarri svizzeri della SWISSCOY. Una cronaca sul convoglio e sui preparativi prima della partenza a destinazione della Bosnia ed Erzegovina.


Quando una nazione che partecipa alla KFOR necessita di supporto nel settore dei trasporti – sia di persone che di materiale – presenta una richiesta al Joint Logistic Support Group (JLSG). In seguito viene coordinato l’ulteriore modo di procedere in collaborazione con la sezione di trasporto svizzera e con quella austriaca. Organizzare un viaggio all’estero richiede molto tempo. Tale incombenza spetta all’ufficiale di collegamento svizzero (LNO) nei JLSG, che appura chi ha le capacità necessarie per poter effettuare il trasporto e si occupa di tutta la pianificazione dietro le quinte. Specialmente quando si tratta di viaggi oltre i confini nazionali ci sono moltissime formalità da sbrigare. È necessario informare il Movement Control dei JLSG, mettere a disposizione tempestivamente i formulari doganali e, come nel caso del convoglio a destinazione della Bosnia ed Erzegovina, occorre una scorta della polizia militare del rispettivo Paese. Una simile scorta è necessaria quando sono coinvolti più veicoli e vengono per esempio trasportate munizioni o altro materiale sensibile, come nel nostro caso i carri armati granatieri ruotati dell’esercito ungherese.


Pianificazione e organizzazione: un elemento chiave

Quanto sia basilare questa interazione tra tutti gli enti coinvolti lo si è visto durante il recente incarico di trasporto per la KFOR, durante il quale quattro carri armati granatieri ruotati delle forze armate ungheresi sono stati trasferiti dal Camp Novo Selo verso la Bosnia ed Erzegovina. Il coordinamento dei trasporti è complesso poiché sono coinvolti diversi organi. Per pianificare e organizzare trasporti di questo genere l’ufficiale di collegamento svizzero ha il suo bel daffare. Questa funzione implica molto lavoro di comunicazione: raccogliere i dati di base relativi ai mandati, trasmetterli a chi di dovere, elaborarli – il flusso di informazioni deve essere mantenuto in qualsiasi momento e in ogni direzione. Una volta conclusa la pianificazione dietro le quinte, iniziano subito i preparativi per il trasporto. A questo punto entrano in scena i conducenti addetti alle operazioni di carico e al trasporto sicuro dei carri armati granatieri ruotati.


Teamwork per garantire operazioni di carico in sicurezza

Nel parco veicoli del Camp Novo Selo fervono i preparativi. Gli autocarri sono pronti e stanno arrivando i carri armati granatieri ruotati. I militari ungheresi e svizzeri della KFOR si accordano brevemente e poi viene data via libera: le operazioni di carico possono iniziare. Davanti a ogni autocarro sono posizionati due militari svizzeri pronti ad assumere il coordinamento. Gli ungheresi caricano i carri armati granatieri ruotati sul rimorchio ribassato. Infatti ogni nazione è responsabile di mettere a disposizione i conducenti per guidare i propri mezzi. Ogni persona presente sulla piazza sa cosa deve fare – questa è la dimostrazione che il lavoro in team funziona bene e, malgrado il rombo assordante dei motori, sulla piazza le operazioni procedono con una calma sorprendente. Nonostante il peso di 15 tonnellate, le operazioni di carico si svolgono senza problemi. Ciò che sembra facile all’apparenza è in realtà uno snervante lavoro di precisione. Il carro armato granatieri deve essere posizionato minuziosamente sul rimorchio affinché possa essere ancorato e assicurato a dovere. Questo è indispensabile: infatti, il viaggio verso la Bosnia ed Erzegovina dura due giorni e le strade non sono nelle condizioni migliori, inoltre i più i conducenti dovranno attraversare anche dei passi. Per ancorare i carri armati vengono utilizzate cinghie e catene. Queste vengono tese con la massima forza e anche qui è richiesto un lavoro di squadra, che funziona perfettamente senza bisogno di parlare. Viene effettuato l’ultimo controllo, poi viene dato il segnale ai colleghi ungheresi. Tutto è ancorato e messo in sicurezza – ‚We are done!‘ Per concludere viene effettuato il giro di prova obbligatorio e molto importante attorno al camp. Durante questo giro di prova viene effettuata anche una brusca frenata per essere assolutamente sicuri che l’ancoraggio tiene e che la partenza a destinazione di Sarajevo in Bosnia ed Erzegovina può avvenire senza problemi.


Viaggio impegnativo

A bordo di ognuno dei quattro autocarri si trovano due conducenti del contingente svizzero che si danno il cambio a scadenze regolari. Il viaggio inizia nel Camp Novo Selo e procede in direzione della frontiera albanese. Da lì si deve superare una montagna e attraversare una galleria per poi proseguire lungo la costa. Dopo aver attraversato il confine in Montenegro è prevista la prima sosta in una caserma. Da lì si prosegue per Sarajevo, Bosnia ed Erzegovina. Una volta giunti a destinazione, i carri armati granatieri ruotati vengono scaricati in tutta sicurezza e i conducenti del convoglio svizzero si rimettono in viaggio per tornare al Camp Novo Selo. E così il viaggio viene portato a termine con successo.